A Matteo Renzi, pochi mesi fa, alla reggia di Caserta dissi: « Presidente, “ Terra dei fuochi” non sono solo le ecoballe di Giugliano. “ Terra dei fuochi” è causata anche dai veleni che sono arrivati dalle regioni del Nord, compresa la tua». Il Presidente annuì. Abbassò lo sguardo e disse: « Lo so, le concerie …». Rivolto, poi, a Vincenzo De Luca, aggiunsi: « Presidente, “ Terra dei fuochi” è anche il risultato delle nostre industrie che lavorano in regime di evasione fiscale. Gli scarti di qualsiasi cosa prodotta in nero, necessitano di essere smaltiti in nero. Questo ormai lo sanno tutti». De Luca pose l’ accento sulla disoccupazione che in Campania è endemica. E che porterebbe ad arrangiarsi. A lavorare in nero. Il problema, quindi, appare insormontabile. « Noi non vogliamo aggiungere disoccupazione a disoccupazione. Vogliamo però che di lavoro nessuno abbia più a morire. A cominciare dai poveri operai. Occorre fare qualcosa. Andare incontro a questi fratelli. Aiutarli a mettersi in regola. Occorre pretendere la tracciabilità di tutto ciò che viene prodotto in Campania» risposi. Con me quel giorno c’erano il dottor Antonio Marfella, l’ avvocato Valentina Centonze e il professor Stefano Tonziello.
Padre Maurizio Patriciello.