Si sono aperti con il lungo elenco delle vittime del terremoto i funerali solenni – di fronte a 37 bare sulle oltre 240 vittime di Amatrice e della vicina Accumoli – che si sono svolti ad Amatrice. Otto minuti per leggere tutti i nomi delle persone coinvolte e che purtroppo non ce l’hanno fatta e sono morte sotto le macerie del sisma del 24 agosto. Il lungo elenco, letto dal vescovo di Rieti Domenico Pompili che ha celebrato le esequie, è stato poi accolto da un forte applauso della folla presente a salutare i propri concittadini.
Presenti, nel giorno del lutto nazionale, le massime cariche dello Stato: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (che alla fine dei funerali è andato ad abbracciare i familiari delle vittime), i presidenti di Camera e Senato Laura Boldrini e Pietro Grasso e il premier Matteo Renzi che parlando con gli abitanti e le famiglie delle vittime ha dichiarato: “I soldi che servono per la ricostruzione ci sono, c’è la solidarietà di tante persone, ora non bisogna perdere tempo”. E a chi gli chiede maggior controllo rispetto alle ricostruzioni avvenute in passato, Renzi ha assicurato: “Questo del controllo mi sento di garantirlo”.
Il vescovo di Rieti ha poi ringraziato per la presenza l’imam di Firenze e presidente dell’Ucoii Izzeddin Elzir e monsignor Konrad. L’elemosiniere pontificio, presente per espresso desiderio di papa Francesco, ha consegnato poi una corona di rosario a tutte le famiglie delle vittime e a monsignor D’Ercole che le porterà ai familiari delle persone morte nelle Marche.
“Il terremoto non uccide – ha detto monsignor Pompili durante l’omelia -, uccidono le opere dell’uomo”. E anche sulla ricostruzione il vescovo ha aggiunto: “Non basteranno giorni, ci vorranno anni. Sopra a tutto è richiesta una qualità di cui Gesù si fa interprete: la mitezza” perché “solo così la ricostruzione non sarà una ‘querelle politica’ o una forma di sciacallaggio di varia natura, ma quel che deve: far rivivere una bellezza di cui siamo custodi. Disertare questi luoghi sarebbe ucciderli una seconda volta”, ha sottolineato il vescovo di Rieti.
I funerali si sono poi chiusi con centinaia di palloncini bianchi volati in cielo, sopra le bare delle vittime e le macerie di Amatrice, e con gli interventi dei sindaci dei due Comuni reatini colpiti dal terremoto. “Oggi l’Italia, grandissima nella fase dell’emergenza, lo sia anche nella fase della ricostruzione, perché questa gente vuole restare qui – ha detto il primo cittadino di Amatrice Sergio Pirozzi tra gli applausi -. Questa gente è morta perché amava questa terra e noi vogliamo restare qui”.
Renzi in queste ore sulla ricostruzione è stato chiaro:”C’è una ricostruzione da coordinare nel modo più saggio e più rapido. Giusto fare in fretta, ma ancora più giusto fare bene e soprattutto con il coinvolgimento delle popolazioni interessate. La ricostruzione dovrà avvenire nel modo più trasparente con l’aiuto di strutture che abbiamo voluto con forza come l’Autorità Anti Corruzione presieduta da Cantone ma anche con la massima trasparenza online. Ogni centesimo di aiuti sarà verificabile a cominciare da quelli inviati via sms dagli italiani al numero della protezione civile (Sms al numero 45500, ancora attivo per chi vuole dare una mano). Ma soprattutto dovremo tenere viva la presenza delle comunità sul territorio. I luoghi hanno un’anima, non sono semplicemente dei borghi da cartolina. E l’anima gliela danno le storie delle persone, vecchi e bambini, il vissuto quotidiano, gli spazi di una comunità a cominciare dal circolo, dalla chiesa, dalla scuola. L’impegno del governo è che questi luoghi così ricchi di un passato prezioso possano avere un futuro.”