Conferma la disponibilità a rivedere l’Italicum. Non è sulla legge elettorale che Matteo Renzi blinda la sua azione: “L’Italicum non piace? E che problema c’è, discutiamone, approfondiamo, ma facciamo una legge elettorale migliore di questa. Tuttavia non accetteremmo mai una legge elettorale peggiore di questa. La mia apertura è vera, sincera».
Questo ha detto ieri il premier intervistato intervistato da TeleNorba a margine della sua visita in Puglia, sottolineando una volta di più che il quesito referendario «non riguarda la legge elettorale né il premier».
Renzi ha chiarito che la sua disponibilità a rivedere la legge non è condizionata al responso che nelle prossime settimane arriverà dalla Corte costituzionale, che dovrà esprimersi sulla legittimità del testo: “Io non dò importanza alla decisione della Consulta – ha precisato il capo del governo -, anche se dice sì, noi siamo pronti a cambiarlo se serve”.
La nuova apertura di Renzi suona come un implicito accoglimento del messaggio contenuto nell’intervista di Giorgio Napolitano a Repubblica, laddove il presidente emerito auspicava “una iniziativa” del governo per verificare eventuali convergenze sulle modifiche all’Italicum, come d’altra parte chiede da tempo la sinistra Pd.
È presto per capire quale sarà, se ci sarà, questa iniziativa del governo. Non sembra semplice ripartire da zero, ma probabilmente esistono già sul tavolo ipotesi di mediazione che lascino in piedi il sistema a doppio turno. Di certo, Renzi ha tutto l’interesse ad aprire un dialogo con la minoranza del suo partito con lo scopo di ricompattare tutto il Pd sulla posizione del Sì al referendum.