La medaglia d’oro alle Olimpiadi Paraolimpiche di Rio di Alex Zanardi nella cronometro Handbike H5 e’ l’ennesima conferma di quanto la costanza, la passione e l’amore per la vita siano legate indissolubilmente. L’uomo bionico, come ha ripetuto nella sua ultima intervista prima dell’impresa di quest’oggi, “i compiti li ha fatti” e diremmo noi alla perfezione. E’ riuscito a ripetersi dopo il trionfo di Londra 2012 (ricordiamolo 2 ori e 1 argento di staffetta), grazie alla preparazione dei particolari che alla fine fanno la differenza, riuscendo a battere in rimonta quando tutto sembrava perso..e avverso, atleti di gran lunga piu’ giovani di lui. Alex proviene da Bologna, citta’ che ha sfornato talenti immensi nello sport ( come non ricordarsi di Alberto Tomba, anch’egli sfrontato, contagioso e coinvolgente come il nostro atleta), ha vissuto praticamente due vite, che solo il destino puo’ tracciare un punto predefinito. La prima da normodotato, una vita sulle macchine sua vera passione con l’apoteosi della Formula 1 a combattere con grandi piloti come i fratelli Schumacher, Hill, Mansell, Prost con discreti risultati. Lo stargate della sua vita approda sulla pista austriaca di Zeltweg nel 2001 quando a 13 giri dalla fine, per di piu’ al comando della corsa, esce dai box, trova accidentalmente olio sul circuito, ruzzola con la macchina su se stesso venendo investito a 300 km orari dal canadese Tagliani, riducendolo cosi in fin di vita, dove fortunatamente dopo tanta agonia, si risveglia dal coma, ma con i due arti inferiori amputati.
Da quel momento nuova vita per Alex che grazie al supporto della famiglia, riesce con il suo carattere, ad attaccarsi in tutti i modi ai piaceri e l’essenza della vita, rimanendo aggrappato spasmodicamente alle sue passioni: automobilismo dove simbolicamente piu’ in la’ termina quei famosi 13 giri a Zeltweg per chiudere il cerchio dei rimpianti e legarsi a nuove passioni come l’Handbike che gli permettera’ appunto di realizzare sogni olimpici. Non ci sono piu’ aggettivi per esaltare questo immenso campione dei nostri giorni, poiche’ l’impresa del bolognese non e’ stata l’ennesima premiazione con il posto piu’ alto del podio, ma trasmettere a tutti un’ idea, un messaggio di inno alla vita; Paulo Coelho scrive in una sua famosa opera che “Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni”, probabilmente l’avra’ letta anche il nostro…Alex