di Vittorio Vasquez
Uno spirito critico per una svolta reale e concreta
Io ho votato de Magistris come ha fatto il 20% dell’elettorato napoletano e so che ancora oggi non ci sono alternative. Ma proprio per questo rivendico un esercizio critico per ottenere finalmente una svolta reale e concreta in grado di affrontare e risolvere i problemi di Napoli.
Il succedersi quotidiano di notizie di crescenti difficoltà per l’Amministrazione de Magistris testimonia uno stato di confusione dell’attuale maggioranza e un progressivo isolamento in cui il sindaco di Napoli si sta collocando, con tutti i danni derivanti per la Città.
La Città è brutta, sporca e cattiva. Brutta perché prevale la sua anima trasandata o addirittura stracciona con un’immagine di trascuratezza che può fare folklore per i turisti ma non per il cittadino, sporca perché anche se non ci sono più i grandi cumuli di rifiuti abbondano in ogni strada, in ogni piazza, su ogni marciapiede evidenti segni di lerciume, cattiva perché si succedono episodi di piccole e grandi violenze metropolitane.
Ovviamente non è tutto da addebitare all’attuale Giunta. La cittadinanza stenta a rispettare le regole di una civile convivenza e le altre istituzioni (locali e nazionali) vengono meno al proprio ruolo.
Di suo l’Amministrazione registra risultati negativi nel trasporto pubblico, nella raccolta differenziata ferma al 30% e nella mancanza di aree di compostaggio, nella gravissima crisi di tutto il welfare a danno delle fasce sociali più deboli, nell’assenza di un ruolo attivo per porre fine alla crisi del porto, nella crisi permanente di tutte le aziende partecipate, nei disservizi della macchina comunale compresa l’incapacità di riscossione dei tributi, nello stato di abbandono degli impianti sportivi, nella marcia indietro sul reddito di cittadinanza, nell’immobilità nella gestione del patrimonio comunale sia come manutenzione, sia come messa a reddito, sia come assegnazioni a chi ne ha diritto.
Sul piano politico Il Sindaco ora fa i conti con una maggioranza variegata che va da forze moderate (addirittura ex Forza Italia o Alleanza Nazionale) ai Centri Sociali. Le sue diffuse estemporanee dichiarazioni accennano a un presunto progetto di Sinistra (“Podemos” italiana e non Sinistra Italiana?) che raccoglie il consenso di gruppi locali e minoritari ma indebolisce il suo ruolo istituzionale e restringe sempre più l’area del consenso.
Questo non significa rinunciare (come uomo politico che assume le proprie posizioni) a condannare la politica di destra o quanto meno conservatrice di Renzi o di De Luca o la truffa autoritaria che si nasconde dietro il referendum(come si fa a non essere d’accordo?); né tanto meno a denunciare le posizioni ricattatorie di chi ci governa. Ma quando si rappresenta tutta la Città si deve parlare da Sindaco e si è tenuti a confrontarsi nelle sedi istituzionali con tutte le cariche pubbliche.
Come si fa a non condividere analoghi giudizi espressi da persone autorevoli e al disopra delle parti come Roberto Esposito, Aldo Masullo, Giuseppe Gaeta e tanti altri? Tutti concordi nel richiamare il ruolo al quale un Sindaco si deve attenere.
Napoli non si può permettere di essere contro tutti. Per questa Città occorre la sinergia tra Comune, Regione, Governo, Confindustria, Associazioni dei Commercianti, Sindacati, Chiesa, l’Associazionismo di base, le tante rappresentanze organizzate dei cittadini.
Nella differenza di legittime opinioni si dialoga (anche con durezza) ma alla fine occorre trovare insieme le risposte urgenti per la nostra Città.