Si conclude la tre giorni della Leopolda e si conclude come sempre con il discorso che tutti attendevano, quello di Matteo Renzi. L’aveva detto, voleva levarsi dei sassolini dalle scarpe e qualcuno, in effetti, se l’è tolto. Non ha affondato il colpo, ma ha voluto prendere le distanze da quei leader del No, compresi quelli del suo partito. Una compagine molto eterogenea che va da D’Alema a Salvini e che se “messi nella stessa sala per trovare un’idea comune non escono più”. I convitati di pietra di questa Leopolda sono stati D’Alema e Bersani, il primo spesso nominato, e anche fischiato, il secondo invisibile. Di Bersani non si è parlato direttamente alla stazione fiorentina, il suo nome non si è ascoltato, ma i messaggi rivolti a lui sono stati molti.
A prevalere è stato comunque il messaggio del cambiamento, l’idea che il referendum del 4 dicembre è uno snodo cruciale per scegliere tra una generazione che vuole guardare al futuro e una che “vuole solo tornare in pista”. Con due passaggi chiave: la Leopolda non finisce qui, comunque vada il referendum, anzi Renzi ha già annunciato le date del prossimo anno; i sondaggi contano poco e, come successe alle Europee del 2014, possono essere capovolti.
LIVEBLOG
“Cosa dobbiamo fare lo sanno perfettamente gli italiani: cambiare per affrontare le sfide globali. Adesso non dipende più da me, ma da noi”.
“Dalla Leopolda io vi dico proviamoci, non lasciamo il futuro nelle mani di chi vuole frenare. Quando ci dicono voi siete l’Italia proviamolo un moto d’orgoglio”.
“Quando abbiamo incontrato Barack Obama e sua moglie c’è una cosa che mi ha colpito del suo pensiero: ‘L’Europa è a un bivio e voi siete importanti perché siete l’Italia’, il presidente Obama nell’ultima sua cena di stato che ha deciso di fare con il nostro Paese, non con me, ci ha voluto dire voi siete l’Italia”
“Abbiamo 28 giorni potenzialmente meravigliosi: a voi la scelta se essere spettatori, leoni da tastiera che poi non riescono a guardarti negli occhi, ogni riferimento a Marco Travaglio è puramente casuale, o protagonisti. Se pensare che fare politica sia fare zapping, fatelo, io non voglio cambiare canale, voglio cambiare il Paese”.
“Nel 2014 i sondaggi dicevano Renzi e Grillo alla pari, ci si domandava che succederà al Governo visto l’imminente sorpasso. Tutti sappiamo com’è finita, noi il 40 loro al 20 e il sorpasso è rimasto solo un magnifico film”.
“Oggi per la prima volta c’è l’occasione di abbattere i privilegi della casta, se non vince il Sì non c’è il ritenta, non ci sarà una nuova occasione”
“Una parte del nostro partito, quelli che 18 anni fa hanno decretato la fine dell’Ulivo perché non erano loro al comando, gli stessi che oggi vogliono decretare la fine del Pd perché hanno perso un Congresso. Bernie Sanders ora sta facendo campagna per Hillary, questo andrebbe spiegato ai sostenitori della ditta quando comandano loro”
“Gli 80 euro sono la prima manovra di ridistribuzione del reddito e di sinistra mai fatta, ed è in vigore da due anni e mezzo. Questa idea è nata 6 anni fa alla Leopolda”.
“Chi era che diceva ‘Con la cultura non si mangia’? Uno dei leader del No, per noi con la cultura si cresce, si crea lavoro. Per noi la cultura sono i 3 milioni di visitatori a Pompei, le tante persone in coda per vedere la Reggia di Caserta”
“E’ un’Italia che guarda all’Europa o un’Italia che guarda a una classe politica che ha già fallito e che fallirà ancora”.
“Tra due giorni avremo un nuovo presidente degli Stati Uniti, io mi auguro che sia una donna”.
“Quelli del No se li chiudi in una stanza per partorire una idea comune non escono più. Cosa hanno in comune quelli che sostengono l’uscita dall’Euro e quelli che sostengono l’austerity”.
“C’è gente che ha votato 6 volte Sì, tra Aula e commissione, e ora è il capo del No nel suo partito, mi riferisco a Renato Schifani. Poi c’è lo statista della lega, non mi riferisco a quello che si mette le magliette della polizia per sembrare dalla loro parte anche se con il suo partito ha bloccato gli stipendi delle forze dell’ordine per 7 anni, mi riferisco a l’altro statista che dopo aver fatto la legge elettorale ha detto ‘E’ una porcata’”
“Massimo D’Alema dice che lui l’avrebbe fatta meglio, perché non l’hai fatta te allora? Ne hai avuto l’occasione. Silvio Berlusconi ha detto che questa riforma rischia di creare un uomo solo al comando, lui che aveva fatto una riforma che il Presidente del Consiglio poteva sciogliere le Camere, noi che non abbiamo aumentato i poteri del premier. Noi saremo quelli della dittatura, non l’ha detto Grillo che ha detto che non l’ha studiata, se l’è fatta spiegare da Di Maio che non l’ha capita”.
“I leader del No, non vogliono difendere la Costituzione ma la loro posizione, perché sanno che il 4 dicembre è l’ultima occasione per tornare in pista”.
“Quando si dice di voler difendere la Costituzione e s’incappuccia e si scaglia un cartello stradale contro le forze dell’ordine non si difende, ma s’insulta la Costituzione. Se volevate venire alla Leopolda basta mandare una mail, basta iscriversi, non c’è bisogno di lanciare sassi. Il prossimo anno sarà dal 20 al 22 ottobre segnatevi le date per tempo. Se da piazza San Marco si gira per via Cavour non si vuole venire alla Leopolda, non serve Tuttocittà per capirlo, si vuole sfasciare la città e noi questo non lo permettiamo”.
“Noi abbiamo un’unica possibilità, ed è quello di recuperare la cosa più bella della politica, andare in contro alla gente e spiegargli questa riforma, chiedergli se vogliono scegliere il futuro o il passato, l’innovazione o la conservazione”.
“Se non fai le cose non sei in grado d’incidere sul futuro delle persone. Siamo ad un punto cruciale che è un derby tra la rabbia e la proposta, tra la nostalgia e il domani”.
“Noi stiamo restituendo all’Italia ciò che merita, ma per farlo abbiamo dovuto sostituire un gruppo dirigente che ci aveva governato fino ad allora”.
“Noi alla Leopolda abbiamo sempre parlato di futuro, ma non ci siamo accorti che parte di quel futuro l’abbiamo già realizzato. Se oggi molti quarantenni amministrano le città, non solo nel nostro partito, è perché qui abbiamo detto che non ci rassegnavamo a rispettare la fila. Certo non è l’età a garantire la buona politica, alcuni giovani sindaci sanno dire solo No”.
“Noi siamo quel governo che dice ai sindaci di ricominciare a fare progettazione per l’edilizia scolastica, tornate a progettare scuole perché le spese non saranno conteggiate nel patto di stabilità che piaccia o non piaccia ai burocrati di Bruxelles, perché i nostri figli valgono più dei bilanci”.
“Quello che serve dopo questo terremoto è l’idea che le prossime generazioni potranno vivere in case più sicure, andare a scuola ed essere al sicuro, è questo il senso della buona politica, guardare al futuro. Magari non porterà voti,non ne vedremo i risultati, ma è la cosa giusta da fare. Quando va giù la chiesa di San Benedetto a Norcia è normale che va ricostruita”.
“Qualche vignettista si dovrebbe rendere conto che con quella vignetta non offende noi, ma tutti quelli che non hanno più niente”.
“Il pensiero non solo della Leopolda ma di tutti gli italiani deve andare a tutti coloro che sono stati coinvolti nel terremoto del centro Italia. Va bene dire che siamo al loro fianco, va bene dire che lo stato c’è, noi che crediamo nell’Italia non dobbiamo solo ricostruire, ma dobbiamo costruire una diversa filosofia dell’Italia”.
“Sono molto felice per questa Leopolda, è stata sorprendente non solo per il Richetti cerimoniere, ma soprattutto perché nonostante sia una manifestazione organizzata da un partito di governo è riuscita ad entusiasmare”