La svolta, dopo anni di progetti, lavori, annunci e passi indietro, è arrivata. Il Palazzo reale di Quisisana passa alla Soprintendenza Pompei che ci aprirà il Museo archeologico di Stabia e una scuola. Accordo fatto tra il sindaco di Castellammare di Stabia, l’avvocato Antonio Pannullo, e il direttore generale della Soprintendenza Pompei, Massimo Osanna. L’accordo arriva dopo anni di progetti, lavori, annunci ma poi passi indietro e rappresenta una bella svolta turistica e culturale per l’intero comune di Castellammare. La Soprintendenza Pompei si occuperà non solo di riallestire il Museo archeologico, chiuso al pubblico dal 1997, la più importante collezione di pittura romana esistente, dopo quella del Museo archeologico nazionale di Napoli, ma anche di utilizzare gli ampi locali del palazzo (7mila metri quadrati coperti) fondato dagli Angioini e abitato dai Borbone per attività formative di livello post-universitario legate all’archeologia e al patrimonio culturale. Già ad aprile 2015 Franceschini aveva individuato proprio nella Reggia di Quisisana la sede della Scuola del patrimonio, dopo una visita al palazzo in compagnia di Osanna e della professoressa Maria Luisa Catoni, nel frattempo nominata “Consigliere per le politiche di formazione, educazione e ricerca” del ministro dei beni culturali. La Soprintendenza ha già in bilancio 2 milioni di euro per progettare e realizzare il riallestimento del museo stabiano, ottomila reperti che vanno dall’VIII secolo avanti Cristo all’età paleocristiana: soldi che Osanna deve riuscire a impegnare entro l’anno per poter avviare l’intervento. Di qui, la necessità di fare presto. A Quisisana saranno trasferiti anche gli uffici della soprintendenza oggi allocati presso le ville romane di Varano e i depositi dell’ufficio Scavi di Stabia.