Il cararettere non misurabile e non contenibile della carità e della denuncia profetica spinge tanti cittadini, associazioni, uomini di Chiesa a chiedere interventi concreti per la Terra dei Fuochi. Voglio tornare su questo argomento per promuovere un ruolo attivo e responsabile nella gestione del bene comune, della cura della casa comune. Basta ai roghi tossici, basta alle morti per tumore, basta al traffico illecito di rifiuti, basta all’insabbiamento di verità note a tutti ma occultate da logiche di connivenza, basta alla mortificazione quotidiana di un territorio che la natura ha reso rigoglioso e che la mano criminale dell’uomo ha danneggiato. Basta con il silenzio connivente,quello di prima,del durante e del dopo. Movimenti e in primis padre Maurizio Patriciello continuano a testimoniare,a denunciare chi non ama la propria terra e vuole che la verità rimanga sepolta sotto una coltre di rifiuti tossici.
Il dissequestro dei terreni di Caivano è un atto dovuto: non avendo potuto accertare chi fossero i responsabili diretti dell’inquinamento comunque rilevato dall’Arpac, Comune e Regione avrebbero dovuto farsi carico della caratterizzazione dei suoli. Sono oltre 600mila i metri quadrati di terreno agricolo che sono tornati nella disponibilità dei proprietari a Caivano. Finirono sotto sequestro tre anni fa. Adesso resta da analizzare la migrazione dei contaminanti, cioè il passaggio di sostanze inquinanti dalla terra all’aria e all’acqua.
Adesso c’è un articolato programma strategico,pubblicato sul bollettino della Regione Campania, investimenti per 37 milioni, un piano antiroghi:si va dall’allestimento di sale operative presso presidi dedicati al rilevamento dei rifiuti abbandonati fino alla rimozione e al trasporto degli stessi.Le azioni mirate del Governo regionale, prevedono sale operative presso i presidi di Giugliano, Mondragone e l’area vesuviana, i rilevamenti dei rifiuti tossici abbandonati, spegnimento dei roghi e la gestione dei rifiuti combusti,la rimozione e il trasporto dei rifiuti abbandonati,il primo trattamento presso centri raccolta.
Un programma puntiglioso e impegnativo. Sul tema, al di là dei distinguo e delle polemiche, c’è bisogno, è necessaria,un’azione comune che coinvolga tutti gli attori politici,in primo luogo le amministrazioni locali e i sindaci che hanno un contatto stretto e diretto con i territori. Non bisogna abbassare la guardia. Al Consiglio regionale,con un’azione bipartizan,il compito di controllare,stimolare,promuovere le azioni del Governo regionale.
In Consiglio regionale c’è anche la Commissione speciale Terra dei Fuochi. Perchè non convocare un’assemblea monotematica sull’argomento,aperta a movimenti ed enti locali?