“Approvate il testo della legge costituzionale concernente ‘disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?”.
Ne parliamo con Erik Furno,professore associato confermato del raggruppamento IUS 09 (Diritto Pubblico) presso la Facoltà di Economia dell’Università di Napoli “Federico II”, dove è titolare dell’insegnamento di “Istituzioni di Diritto Pubblico” e di “Diritto Amministrativo”
D: Nel merito, qual è il suo giudizio sui contenuti della legge Boschi?
R: La legge Boschi, unitamente all’Italicum, diminuisce le garanzie costituzionali a favore dell’esecutivo.
D: Secondo lei qual è il punto più importante di questa modifica costituzionale?
R: L’unico punto ottimale della riforma è la soppressione del CNEL
D: D’Alema, Berlusconi, Monti, Salvini , Grillo e Vendola : secondo lei quali sono le vere ragioni del no?
R: Le vere ragioni del NO, per quanto eterogenee, sono rappresentate dalla diminuzione delle garanzie costituzionali
D: Al netto dell’Italicum, la riforma aumenta i poteri del governo?
R: Si
D: Secondo lei il quesito referendario è giusto com’è oppure andava quantomeno spacchettato?
R: Il quesito referendario è in linea con la legge, anche se inopportuno, per cui andrebbe spacchettato per facilitarne la comprensione
D: Il nesso tra l’esito del referendum e la sorti del governo rischia di rivelarsi un boomerang per Matteo Renzi?
R: No
D: Come voterà al referendum costituzionale in autunno?
R: No