Folla e applausi per il premier Matteo Renzi, giunto a Ercolano per un incontro sul Sì al referendum. Il Museo archeologico virtuale (Mav), sede dell’appuntamento, si è subito riempito e gli organizzatori hanno allestito per il pubblico una seconda sala al piano superiore con schermo tv. In sala, tra gli altri, il sindaco Ciro Buonajuto, la segretaria regionale del Pd Assunta Tartaglione e il vicepresidente della Regione Fulvio Bonavitacola. Assente il governatore Vincenzo De Luca che sabato era in prima fila alla tappa a Caserta del tour di Renzi per il Sì. Davanti al Mav, alcune decine di persone manifestano contro la chiusura dell’ospedale Maresca di Torre del Greco.
Il Sud. “In questi giorni abbiamo presentato dati positivi dell’economia”, dice Renzi. “Ma quando li presento qui al Sud vado in difficoltà”. Il premier ribadisce che “c’è differenza tra Nord e Sud. Il problema è che abbiamo regioni in cui si viaggia a velocità superiore alla Germania e regioni e zone che continuano a soffrire in modo profondo il morso della disoccupazione. E’ una situazione senza speranza, si può cambiare? Il compito della politica è cercare di prendere in mano la situazione e cambiarla. Ecco perchè bisogna investire perbene nel Mezzogiorno. Nel Sud per me si può cambiare. Non è possibile – prosegue Renzi – che ci danno in testa in Lombardia e qui no. E’ proprio al Sud che bisogna voler cambiare, dove c’è bisogno di conoscere qualcuno per lavorare. E’ al Sud che più che altrove che bisogna volere il cambiamento – aggiunge – il Mezzogiorno deve voler cambiare più di tutti. Aiutatemi voi. Oggi sono qui per dire che insieme si cambia. Il paese si cambia se cambia il Sud”.
Pompei ed Ercolano. “Quante occasioni abbiamo perso, com’è successo a Pompei, che era diventato il luogo dove le cose non andavano: ma ora siamo ripartiti e Pompei, Ercolano, sono diventati un orgoglio nazionale. Siamo arrivati a tre milioni di visitatori – ha aggiunto – e stiamo ancora investendo”
Non fa sconti alla «casta»: «I tagli si fanno ai costi della politica, non alle cose che servono ai cittadini, come la sanità, su cui abbiamo messo 2 miliardi in più. Sapete perché i grillini votano no? Perché vogliono i rimborsi del Senato. Hanno le firme false, ma quei soldi sono veri». Sul Giubileo ringrazia «la professionalità delle forze dell’ordine e i volontari. L’Italia è orgogliosa di come è stato gestito l’ordine pubblico sia in occasione del Giubileo che di Expo».
«Perché non avete abolito del tutto il Senato», chiede Franco dalla platea. Il premier risponde: «Molti Paesi del mondo hanno un Senato che rappresenta i territori, i cui componenti non percepiscono stipendio. Questa è la posizione che abbiamo voluto prendere». Torna sullo scontro con Landini: «Ho l’impressione che non abbia letto la riforma. Qui non si riduce la democrazia, ma le poltrone. Negli Stati Uniti hanno la metà dei nostri parlamentari ma non hanno certo una democrazia dimezzata».
La verità, dice Renzi, è che le motivazioni del no non hanno a che fare con il merito: «Li ho definiti accozzaglia, mi scuso se qualcuno si è offeso, ma in questo fronte ci sono Berlusconi e Magistratura democratica, Grillo e D’Alema. Si sono arrabbiati, allora li chiameró coesa coalizione contro la riforma, perché non hanno una riforma alternativa. Il punto, comunque, resta il titolo V, che ha aumentato le distanze tra Nord e Sud. Non possiamo avere più un Paese dove si lavora solo se si conosce qualcuno. E allora è il Mezzogiorno che deve voler cambiare».
I Cinque stelle. Inevitabile il passaggio su Grillo e il suo movimento. “Avete visto i Cinque stelle, che sono stati forse i primi a contestare il sistema? Alcune cose non erano mica sbagliate, ma entrano nel palazzo e diventano peggio degli altri. Quando sono fuori urlano onestà onestà, poi arrivi e scopri che copiano le firme, falsificano le firme. E’ moralismo a giorni alterni se gli altri prendono un avviso garanzia dicono infame, venduto, mafioso; se è uno dei tuoi allora: poverino, ha sbagliato, c’è presunzione di innocenza. E’ un atteggiamento incomprensibile”.
Il referendum e lo scontro con Landini. Ed entrando nel merito del referendum: “La democrazia è una cosa seria. Il procedimento è stato pienamente rispettato. Ora il referendum non è un Sì o un ‘benaltro’. E’ Sì o No’ e se volete votare No va bene, basta poi che ci sia la tranquillità di sapere che la casta te la sei scelta e te le tieni”. Poi il riferimento al confronto con il leader della Fiom Maurizio Landini nella trasmissione Rai “In mezz’ora” condotta da Lucia Annunziata: “Ho avuto l’impressione che Landini non abbia letto la riforma. Mi diceva che è mal fatta, e io “dove?”.
Qua si riducono le poltrone non gli spazi di democrazia”.