E’ il compleanno di Ciro Esposito il 23 novembre.Ma una mano assassina,un agguato inaspettato,la ferocia di un terrorista e violento cittadino di Roma ha spento la sua giovane esistenza. Il suo talento? Una vita generosa, semplice, senza ritocchi e senza protezioni, una vita senza trucco. Un momento ludico,di gioia,di fede sportiva,una partita di calcio da incorniciare, il 3 maggio,si trasforma in una agonia di 53 giorni,in una tragedia, nella morte del tifoso napoletano Ciro Esposito.
Un pezzo della vita di Ciro è nell’ospedale gemelli di Roma,dove ci sono tanti bambini ricoverati,tante mamme che soffrono. Cinquantatrè giorni di interessante singolarità!
Sommessamente pensando a lui, al suo compleanno, a Ciro che vive, dico che il tempo non cambia le cose. In amore vince chi ama. Il nostro primo dovere è essere felici, essere se stessi,essere e non apparire! Adesso nel gioco delle parti,tra tifosi di Napoli e Roma,tra tifosi e forze dell’ordine,c’è chi vuole solo trovare alibi,colpevoli,vendette o depistaggi.
Ma si sa al potere,come al conducente,non si può neanche parlare,ieri come oggi. Il caso Ciro è diventato uno degli errori di Stato che puzzano di fogne.
La mamma Antonella continua, con la sua nobile testimonianza, a dirci che “il messaggio di non violenza che portiamo avanti dalla morte di nostro figlio deve partire dalle scuole,perchè i ragazzi si educano sin da piccoli per lasciare un’impronta positiva nei loro cuori.”
Le parole di Antonella, le sue scelte, una scelta di vita ordinaria e straordinaria che ci invita a cambiar vita. Sì la santità ci riguarda, l’amore ci consola,non è un fatto privato,intimista,ma un dono che veramente construisce un mondo nuovo. Io sono un credente