Mercoledì 23 novembre alle 17.30, all’Hotel Ramada di Napoli, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne del 25 novembre si terrà un incontro intitolato l’amore non lascia il segno. L’evento è stato organizzato dalla consigliera regionale Bruna Fiola alla quale abbiamo rivolto qualche domanda.
Quali sono i fini che si propone con questo evento?
Intendiamo illustrare una proposta di legge che sostiene le donne che hanno subito violenza. Con questa proposta non ci limitiamo a offrire un sostegno economico ma anche un inserimento nel mondo del lavoro tramite tirocini di un anno all’interno delle aziende, è un modo per farle rientrare nel ciclo della vita. Questa proposta di legge si rivolge anche ai figli delle vittime che sono rimasti completamente orfani, perché la madre ha perso la vita e il padre è in galera per pagare il terribile crimine che ha commesso.
Bisogna fare anche prevenzione però, nel senso che spesso le donne non denunciano perché poi rimarrebbero sole, senza sostegni economici.
Infatti soprattutto le mamme non avrebbero di come sfamare i propri figli, perciò ci sono i centri anti violenza che se ne prendono carico e quindi ci sono le case famiglia dove si può trascorrere un periodo o addirittura le case rifugio coperte anche dalla privacy, sono luoghi privati e non pubblici.
Ha trovato solidarietà dalle altre forze politiche?
La proposta di legge non è ancora arrivata in commissione ma sono sicura che quando ci arriverà avrà una larga condivisione.
All’incontro del 23 novembre interverrà tra gli altri anche Rosaria Aprea, la ex Miss Campania che era stata aggredita dal suo compagno. Inizialmente aveva difeso il suo aggressore dalle accuse.
È sempre difficile per le vittime arrivare alla denuncia, fortunatamente poi lei ci è arrivata e si è ripresa anche la sua vita. La proposta di legge che ho presentato va appunto proprio nel senso di ridare dignità a tutte le donne che si sentono perse.
Cosa voterà al referendum del 4 dicembre?
Sicuramente voterò sì.
In passato lei ha polemizzato con i Giovani Democratici che non la avevano invitata.
Non è che ho polemizzato, in quella occasione alla festa dell’Unità dei Giovani Democratici era stato invitato il gruppo consiliare della regione ma io non ero tra gli invitati. Ho voluto sottolineare il fatto che la mia assenza non era dovuta a un atteggiamento ostile da parte mia verso i giovani che vogliono iniziare a fare politica ma solo al fatto che non ero stata invitata, sono dell’opinione che i giovani che vogliono entrare in politica vadano aiutati e incoraggiati.
Tornando alla violenza sulle donne non pensa che le parole pronunciate ultimamente dal presidente Vincenzo De Luca nei confronti della senatrice Rosy Bindi (sarebbe da uccidere) siano da condannare e che non sarebbero mai dovute essere pronunciate?
Certamente sono parole da non usare, ma va detto che erano solo una battuta. A Napoli diciamo spesso per scherzo “ti possano accidere” ma è solo una battuta, non è che uno veramente pensa di uccidere quella persona. Non dimentichiamoci che una volta il presidente De Luca per Carla (una donna che fu bruciata viva dal suo compagno assieme alla figlia, fortunatamente entrambe uscite illese da questo atto gravissimo) si è messo completamente a disposizione creando un decreto proprio per queste donne che subiscono violenza. Le azioni della giunta De Luca vanno proprio a favore delle donne, le parole dette per scherzo in questi giorni sono state amplificate più del dovuto.
Al di là dei toni che ne pensa di questa eterna querelle tra il presidente De Luca e la senatrice Bindi?
Ognuno esercita il proprio ruolo. La senatrice ha esercitato il suo ruolo prima delle elezioni in una maniera che poteva risparmiarsi, De Luca non era impresentabile come diceva lei, le sentenze gli hanno dato ragione. Se De Luca ha tardato a chiedere scusa nemmeno la senatrice ha chiesto scusa per le accuse infondate rivoltegli.
Raimondo E. Casaceli