Su don Lorenzo Milani è stato scritto molto, suona quasi scontato, a mezzo secolo dalla morte, parlare di attualità del parroco di “Barbiana,parrocchia di niente”,dove però arrivano personalità politiche, religiose, socialmente impegnate e colte a cercarlo. Si arrampicano fin lassù per cercarlo, per respirare quell’esperienza che contesta il vuoto culturale, il decadimento del linguaggio, che promuove la cultura come “ottavo sacramento.”
In occasione del cinquantesimo anniversario dalla scomparsa di don Lorenzo Milani (Firenze, 26 giugno 1967) le Edizioni San Paolo propongono l’opera “Don Lorenzo Milani – L’esilio di Barbiana” scritta da Michele Gesualdi, che ha vissuto assieme al Priore l’intero periodo di Barbiana,scuola fondata nel 1956.
Questo è un libro straordinario e commovente in cui Michele Gesualdi, che ha vissuto in casa con don Lorenzo tutto il periodo di Barbiana, apre il suo cuore e ci offre un don Milani visto da vicino:un prete, un maestro, un uomo, un “padre”.
Michele Gesualdi, uno dei primi sei ragazzi per i quali don Lorenzo Milani organizza in canonica di Barbiana la scuola nel 1956. Oggi Gesualdi è presidente della Fondazione Don Lorenzo Milani. La prefazione del volume è a cura di Andrea Riccardi, mentre la postfazione è stata scritta da don Luigi Ciotti. Su don Lorenzo Milani è stato scritto molto. La sua figura , una delle più importanti della storia italiana del dopoguerra, ha scosso in profondità le coscienze e diviso gli animi. Ma chi è stato davvero don Milani? A tale interrogativo vuole rispondere questo libro di Michele Gesualdi” che ha avuto l’opportunità di crescere assieme al Priore di Barbiana e di vivere in prima persona il suo miracolo.
Per Andrea Riccardi “don Lorenzo non è il cattolico contestatore anni sessanta e neppure un clericale.Crea interesse perchè la sua esperienza è davvero evangelica.” Insomma un prete senza etichette,dalla parte dei poveri. Scandalizzava sia i conservatori che i tradizionalisti, in un mondo in cui erano forti nella Chiesa e nella società, e scavalcava anche i progressisti in un tempo in cui,seppure minoranza,avevano un’identità.
Don Milani ci ha insegnato a formare le coscienze,ci ha insegnato che non si può combattere la povertà materiale senza una formazione delle coscienze,senza un’educazione alla ricerca.
Per don Luigi Ciotti l’intuizione di includere e valorizzare i più fragili arriva in un vuoto culturale che “si riflette nel decadimento del linguaggio, un decadimento che si manifesta anche come corruzione e prostituzione della parola. Nella società della comunicazione,le parole tendono sempre più a diventare strumenti di potere invece che segnavia della ricerca di verità.”
A barbiana si affrontano temi importanti,fondamentali,come l’obiezione di coscienza,la pace,la formazione civile e religiosa,l’ingiustizia sociale,il primato della coscienza sulla legge,lo sfruttamento nord-sud,il razzismo.
A Barbiana,in don Lorenzo Milani, c’è un mistero di grazia, un miracolo laico,ed è impossibile non riconoscerlo.