Il 4 dicembre dalle ore 7:00 alle ore 23:00 i cittadini italiani scenderanno in campo per giudicare “la legge Boschi”, dal nome della ministra per le Riforme Costituzionali Maria Elena Boschi. La legge prevede importanti modifiche all’attuale assetto delle istituzioni quali il superamento del bicameralismo perfetto e la riforma del titolo V. La campagna referendaria che sta volgendo al termine, vede schierata sui due fronti i vari comitati. Al fronte del Sì, si battono la maggior parte degli esponenti del PD. In tutta la Campania si sta assistendo ad un vero e proprio bombardamento di volantini, kermesse e convention che scongiurano una vittoria o eventualmente la sconfitta della riforma costituzionale. “La cultura vuole che le belle cose scritte nella Costituzione non restino enunciazioni di meri principi. I principi fondativi della prima parte saranno resi attuabili se passa la riforma. La cultura del sì vuole che la nostra Costituzione, nata dalla resistenza, non resti un bel documento di sogni. Divulgheremo bene questi principi. A partire da quelli che stanno più vicini. La cultura del sì deve parlare ai giovani e al loro avvenire. Non ci saranno altre occasioni. Forse tra trent’anni. Non ci dobbiamo stancare di rendere chiari i contenuti di questa riforma”. A parlare è la consigliera piddina Vincenza Amato che insieme a tutto il partito PD campano sta portando avanti una lotta che va da comune a comune.
Infatti i comitati in Campania, come nel resto d’Italia, hanno avviato nelle ultime settimane un grande tour pro Sì/No allo scopo di sfidarsi fino all’ultimo giorno. Al fronte del No sono schierati i partiti come M5S, Sinistra Italiana e Forza Italia. Proprio ieri presso l’hotel Vesuvio in via Partenope si è svolta una convention referendaria che ha visto in prima linea Antimo Cesaro capogruppo consiglio regionale che scrive in un post su Facebook “ LA CAMPANIA VOTA NO: IL NOSTRO ‘NO’ PER IL FUTURO DEL SUD E PER TUTELARE I SOGNI DEI GIOVANI. Grazie ai tantissimi amici che stamani sono stati alla nostra convention referendaria ll’hotel Vesuvio a Napoli per ribadire il nostro ‘NO’ alla riforma Renzi. Una ‘riforma abusiva’ voluta da un premier ‘abusivo’ perché non eletto dal popolo, l’ultimo presidente del Consiglio eletto democraticamente è il nostro presidente Silvio Berlusconi, nostro è un ‘NO’ per il futuro del Sud e soprattutto per tutelare i giovani ed i loro sogni!” conclude. Anche il Movimento 5 Stelle fa sentire la propria voce contro la proposta referendaria che viene definita da Tommaso Malerba (portavoce del M5S) un “ulteriore strappo alla Democrazia Partecipata”.
Nello specifico la posizione del no contesta il testo del quesito referendario perché sarebbe falso che la riforma esemplificherà e taglierà i tempi burocratici col superamento del bicameralismo perfetto. Né tanto meno permetterà di risparmiare i 500 milioni come quanto stabilito dalla ministra Boschi, anzi. Secondo alcuni, la Ragioneria Generale ha calcolato un taglio massimo di 50 milioni che in realtà si potrebbe ottenere facilmente anche attraverso proposte. Mentre riguardo il i cambiamenti apportati al Titolo V , si obietta che le modifiche apportate sono ambigue. Cioè, non è vero che saranno riservate allo Stato le sole opere ritenute strategiche dato che sarà il governo a stabilire unilateralmente e senza possibilità di appello cosa lo sia.
La posizione del sì: per rispondere alle critiche sul quesito, il presidente della repubblica e il governo hanno ricordato che “il quesito è stato valutato e ammesso” dalla Corte di Cassazione e “riproduce il titolo della legge quale approvato dal parlamento” e che porterebbe reali cambiamenti, novità e benefici soprattutto nelle materie che riguardano la sanità pubblica, la riduzione degli sprechi, e le esemplificazioni burocratiche.
Federica Urzo