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OGGI GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO L’AIDS. L’esperienza della casa famiglia “Sisto Riario Sforza” in Napoli.Speciale di Julieitalia.

Il 1 dicembre è la giornata internazionale dell’Aids istituita per la prima volta nel 1987, per volontà dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, alla scopo di accrescere la coscienza su un’epidemia che dal 1980 ad oggi ha ucciso oltre 25 milioni di persone.
In Italia il virus silenzioso contagia 11 persone al giorno e, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, le nuove diagnosi d’infezione da Hiv sono 4 mila l’anno.
Solo in Campania si scoprono 200 casi per anno, ma le regioni che mostrano un’incidenza più alta sono il Lazio, la Lombardia e l’Emilia-Romagna.
Proprio in occasione della giornata mondiale contro l’Adis, JulieItalia ha organizzato uno speciale,condotto da Samuele Ciambriello, che andrà in onda stasera alle ore 23:10, il 2 dicembre alle ore 23:00 (sarà trasmesso anche su Sky al canale 819 stasera alle 22:00; domani alle 22:00; 2 dicembre alle 19:00 e il 3 dicembre alle ore 22:30). A parlare saranno il dottor Massimo Sardo, dirigente medico ed infettivologo del Cotugno insieme alle suore e alle operatrici della Casa Famiglia di Sisto Riario Sforza ai Camaldoli che accoglie 10 sieropositivi e/o malati di Adis conclamati. Il dottor Massimo Sardo, ribadisce che i concetti di prevenzione e giusta informazione sono fondamentali.
In Occidente le persone sono erroneamente convinte che l’Hiv sia un flagello ormai debellato e relegato nei paesi più poveri. Massimo Sardo chiarisce a tal prostro che il virus resta un problema mondiale ancora senza fine ma ”oggigiorno non si muore più di AIDS. Attraverso un costante monitoraggio del paziente e l’assunzione dei nuovi firmaci é possibile convivere con la malattia malgrado la sua persistenza a vita”.
Il dottore Sardo mette poi in guardia dai sintomi silenziosi dell’Hiv che non sempre sono riconoscibili nell’immediato ed invita tutti al test: “Spesso dopo anni ci si accorge di essere infetti. Per questo è importante la prevenzione. A questo proposito abbiamo un protocollo d’intesa con la Regione Campania e anche con la Caritas che ci aiuta ad espandere il concetto nuovo dell’Hiv che va contro ogni stigmatizzazione e pregiudizio “.
Suor Giovanna Pantaleo della Casa Famiglia Sforza spiega che, le persone affette dall’Hiv sperimentano tutti i giorni il rifiuto e l’esclusione dalla società a causa della disinformazione oltre che la paura di infezione: “personalmente in questi anni in cui ho avuto il dono di prendermi cura delle persone colpite dal virus… posso dire di aver ricevuto tanto. Ho imparato a superare il pregiudizio ed accogliere la diversità come ricchezza”.
“Dietro questo contagio silenzioso – spiega poi Suor Marisa Pitrella, si nascondo spesso situazioni difficili fatte di sfruttamento della prostituzione, tossicodipendenza ed anche ignoranza “. Infatti, quando si hanno rapporti sessuali non protetti il virus dell’Hiv prolifera.
Accanto alle suore, ci sono gli operatori che svolgono un lavoro prezioso che supportano i pazienti sia dal punto di vista fisico sia psicologico. In particolare Miriana Riccio e Emanuela Monzillo spiegano a JulieItalia che: “ Nella casa Famiglia Sforza quotidianamente insieme alle suore si cerca di riavviare delle vite attraverso dei progetti comuni. Infatti i pazienti impegnano la giornata in diverse attività come la coltivazione di piccoli lotti di terra…. ma l’aspetto più importante della Casa Famiglia è quello di riuscire a stabilire legami affettivi: “le relazioni umani sono fondamentali per ritornare ad avere fiducia in se stessi”.
Ludmilla é una donna ucraina di 38 anni che vive a Napoli, che ha scoperto di essere sieropositiva nel 2009 proprio in seguito ad un rapporto sessuale senza preservativo. Da quell’anno ha sperimentato l’esclusione totale e fatica a trovare un qualsiasi lavoro. Ha trovato poi assistenza presso la Casa Famiglia Sforza dove dice di sentirsi rinata grazie alla calorosa ospitalità e l’affetto materno delle suore e degli operatori: ” sono I genitori prima di tutto a dover mettere in guardia i figli dei rischi che corrono… – poi lancia un appello- non voltate le spalle ai malati”.
Per contrastare la disinformazione sono state lanciate numerose iniziative dalle istituzioni, ospedali e anche la Caritas, tutti uniti in vista del Primo Dicembre. Tra queste, il convegno che si terrà oggi al Cotugno dove saranno presentati i progetti volti alla sensibilizzazione dei giovanissimi, in particolare l’associazione Volontari Ospedalieri Lotta Aids alle ore 10.00 in sala conferenze Ospedale Cotugno, Organizza un evento di formazione e prevenzione a favore dei giovani sulle modalità di prevenzione delle Malattie sessualmente trasmesse, si parlerà anche di abuso di alcool e droghe moderne. Molti studenti di diverse scuole interverranno, sulla problematica, non mancheranno le istituzioni regionali e Comunali per stabilire una solida campagna di informazione.

Federica Urzo

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