Quello di oggi è stato il terzo turno di una battaglia andata avanti per quasi un anno. Van der Bellen aveva già vinto di strettissima misura (31 mila voti, lo 0,7%) il ballottaggio del 22 maggio, poi annullato in luglio per irregolarità nello scrutinio dei voti per posta. La carica di capo dello Stato in Austria è solo in parte cerimoniale; il presidente ha infatti il potere di sciogliere il Parlamento e Hofer aveva detto di volerlo fare in caso di vittoria.
I seggi per il ballottaggio delle elezioni presidenziali sono stati chiusi alle 17. “Grazie a Dio per il momento non c’è alcun fatto da cui in qualsiasi modo possano derivare irregolarità“, ha dichiarato il ministro dell’Interno, Wolfgang Sobotka, mentre mancavano 90 minuti alla chiusura delle urne. Proprio la denuncia de partito Fpö del candidato dell’ultradestra Hofer aveva portato al ripetersi del ballottaggio che si era tenuto a maggio. Per soli 31mila voti, l’ex presidente dei Verdi Alexander Van der Bellen era stato dichiarato vincitore. Il conteggio del voto per posta e la diffusione di alcuni dati parziali erano stati alcune delle irregolarità rilevate, sebbene secondo la Corte costituzionale non abbiano influito sul risultato.
Alla vigilia del voto, i sondaggi prevedevano un testa a testa tra i due candidati. Tutti gli occhi erano puntati su Hofer. La sua vittoria sarebbe stato il primo trionfo dell’ultranazionalismo di destra in Europa, con le elezioni in Francia, Germania e Olanda alle porte.