Approfondimenti

NAPOLI : LA STORIA DEGLI STRUFFOLI .

Gli struffoli sono i dolci più napoletani che ci siano , a pari merito con la sfogliatella e la celebre pastiera. L’origine di queste palline fritte, irrorate di miele e guarnite di frutta candita, sarebbe greca, come testimonierebbe la preparazione “loukoumades”.  Anche il nome struffoli deriverebbe dal greco “strongoulos” o “stroggulos” (di forma tondeggiante). La loro diffusione avvenne in epoca moderna grazie ai conventi napoletani, dove le suore li preparavano per offrirli come dono natalizio alle famiglie nobili che si erano distinte per atti di carità. Da Napoli gli Struffoli si sono diffusi in tutta l’Italia centro-meridionale, modificando a volte il nome: a Roma e a Palermo si chiamano Strufoli, con una F; in Umbria e in Abruzzo, invece, “cicerchiata” perché hanno la forma delle cicerchie, ossia dei legumi dai semi velenosi. Mentre nel viterbese gli Struffoli sono quelle che noi definiamo “castagnole“, frittelle dolci che si mangiano a Carnevale. Nella preparazione di queste centinaia di palline tutto è studiato alla perfezione, dagli ingredienti alla lavorazione e all’aroma che si diffonde in casa quando vengono fritti. Lo Struffolo deve essere rigorosamente piccolo così tutta la sua superficie viene abbracciata dal miele, che dev’essere abbondante, guadagnandone in sapore e qualità. Il miele è in mitologia il simbolo della Dolcezza: la Bibbia (Giudici, 14) racconta che Sansone estrasse dal leone ucciso un favo d’api e di miele e che pronunciò una frase “Dal divoratore è uscito il cibo, dal forte è uscito il dolce“, che significa: dalla morte nasce la vita ed infatti il corpo del Bambin Gesù è definito “roccia che dà miele”. In ogni casa la ricetta viene tramandata di generazione in generazione ed un tempo venivano preparati, come la maggior parte dei dolci, nei conventi e donati a Natale alle famiglie nobili che avevano effettuato atti di carità e generose donazioni. Negli Struffoli tutti gli ingredienti sono necessari, dall’arancia e cedro candito ai diavolilli e alla famosa “cucuzzata“, zucca candita.

 

Potrebbe piacerti...