Il leader dei Cinquestelle vorrebbe affidare a una giuria popolare il compito di decidere se una notizia sia vera o meno. Ma la verità non si misura a suon di like
Per capire quanto sia folle questa boutade non c’è bisogno di scomodare precedenti biblici, come la celebre scelta tra Gesù e Barabba. Basta porsi semplicemente il problema di come farebbero comuni cittadini, di qualsiasi grado d’istruzione, generalmente senza accesso diretto alle fonti, certamente senza esperienza, a stabilire se una notizia è vera o falsa. O quanto una libera opinione possa essere giudicata tale o debba invece essere bollata come bufala.
Facciamo un esempio. Sempre sul blog di Grillo, possiamo leggere oggi un articolo dal titolo “Beppe Grillo uno dei 12 personaggi più influenti d’Europa nel 2017″. Verità o bufala? Per saperlo, basta andare alla fonte da cui il Sacro Blog trae questa conclusione. Si tratta di un articolo di Politico.eu dal titolo eloquente: “La sporca dozzina. 12 persone che (probabilmente) rovineranno il 2017″. Un tono decisamente diverso da quello utilizzato nel titolo grillino.
Altri esempi sono quelli che circolano spesso nei siti della galassia grillino-casaleggesca (TzeTze, LaFucina, LaCosa) o più in generale vicini ai Cinquestelle, che portano click (cioè soldi) e migliaia di condivisioni. Condivisioni proprio tra quei cittadini che poi dovrebbero giudicare la “Verità”.
Mentana: “Offesa non sanabile”. “In attesa della giuria popolare – annuncia su Facebook il direttore del tg La7 – chiedo a Grillo di trovarsi intanto un avvocato. Fabbricatori di notizie false è un’offesa non sanabile a tutti i lavoratori del tg che dirigo, e a me che ne ho la responsabilità di legge. Ne risponderà in sede penale e civile”. Sul blog beppegrillo.It l’accusa – generica – lanciata dal leader del M5s è accompagnata da un fotomontaggio di testate giornalistiche che comprende il logo del telegiornale diretto appunto da Mentana.
M5s, Mentana in apertura Tg: “Quereliamo Grillo per diffamazione”
Critiche bipartisan dalla politica. L’iniziativa di Grillo ha suscitato critiche bipartisan da parte del mondo della politica. Per il senatore di Forza Italia, Francesco Giro, “Grillo vuole imporre la mordacchia alla stampa e ai tg. Prima assolve tutti gli indagati del suo Movimento e ora vuole colpire i giornalisti: sembra terrorizzato dallo tsunami che presto si abbatterà sul Campidoglio”. “Minculpop 2.0”, dice il deputato forzista Luca Squeri. Per Stefano Pedica, deputato pd, il leader 5 Stelle “più tempo passa più somiglia a Paolini, il disturbatore televisivo. Ma i nuovi giudici dovranno prima giurare sul Codice comico del M5s o su quello del mago Otelma?”. Vanna Iori, deputata dem: “Grillo censore, pericolosa deriva oscurantista”. Arturo Scotto, capogruppo di Sinistra italiana alla Camera, chiede: “Grillo spieghi se suo modello è Erdogan”.
Fnsi: “Linciaggio mediatico”. “Se fosse approvata la proposta di Grillo l’italia non occuperebbe più il 77°, ma il 154° posto nella classifica sulla libertà di stampa nel mondo”. È il commento del segretario generale e del presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti. “Quello che il leader del M5s fa finta di non capire – aggiungono – lanciandosi in un linciaggio mediatico di stampo qualunquista contro tutti i giornalisti, è che sono le minacce e le intimidazioni, come quelle che lui velatamente lascia trasparire, a far precipitare il Paese nelle classifiche internazionali”.