Napoli é una città ricca di leggende, misteri, tradizioni folcloristiche ma anche di miti e tra questi, spicca la storia di Nisida e Posillipo , che racconta di un triste destino, quello di Posillipo che mai riuscì ad unirsi con la splendida Nisida. Come oggi… vicini, uno di fronte all’altra, ma separati da un istmo che mai gli consentirà l’amore desiderato. Vi fu una volta un giovanetto leggiadro e gentile, nel cui volto si accoppiava il gaio sorriso dell’anima innocente, al malinconico riflesso di un cuore sensibile: egli era, nel medesimo tempo, festevole senza chiasso e serio senza durezza. Chi lo vedeva, lo amava; e la gente accorreva a lui, come ad amico, per allietarsi nella sua compagnia. Ma il bel giovanetto fu molto, molto infelice; gli entrò nell’anima un amore ardente, la cui fiamma, che saliva al cielo, non valse ad incendere il cuore della donna che egli amava. Era costei una donna di campagna, cui era stato dato in dono la bellezza del corpo, ma a cui era stata negata quella dell’anima: ella era una di quelle donne incantatrici, fredde e malvagie che non possono né godere, né soffrire. Paiono fatte di pietra, di una pietro levigata, dura e glaciale; vanno in pezzi, ma non si ammolliscono; cadono fulminate senza agonizzare. Tale era Nisida, colei che fu invano amata dal giovinetto; poiché nulla valse a vincerla. Allora lui che si chiamava Posilipo, amando invano la bella donna che viveva di faccia a lui, per isfuggire a quella vista, che era il suo tormento e la sua seduzione, decise precipitarsi nel mare e finire così la sua misera vita. Decisero però diversamente i Fati e rimasto a mezz’acqua il bel giovanetto, vollero lui mutato in poggio che si bagna nel mare; ed ella è uno scoglio che gli è dirimpetto: Posilipo, poggio bellissimo dove accorrono le gioconde brigate, in lui dilettandosi, Nisida destinata ad albergare gli omicidi ed i ladri, che gli uomini condannano alla eterna prigionia – così eterno il premio, così, eterno il castigo.