La Biblioteca dei Girolamini è un’istituzione culturale statale della città di Napoli ,dotata di un’importantissima raccolta libraria, nonché di un importantissimo archivio musicale operistico . La Biblioteca, la cui apertura al pubblico rappresenta una novità assoluta se confrontata con gli usi abituali degli ordini monastici del tempo, conserva al suo interno 159.700 titoli ed è specializzata in particolar modo in Teologia Cristiana, Filosofia, Chiesa Cristiana in Europa, Storia della Chiesa, Musica Sacra e Storia Generale dell’Europa. Non mancano, tuttavia, testi di archeologia, numismatica, bibliografia e letteratura classica, provenienti dal Fondo Agostino Gervasio, edizioni rare del XVI e XVII secolo, costituite da classici latini e greci, e provenienti dal Fondo Giuseppe Valletta, e testi che trattano la storia di Napoli e dell’Italia meridionale, provenienti dal Fondo Valeri. La Biblioteca dipende, attualmente, dal Ministero per i beni e le attività culturali ed è ospitata tra quattro sale settecentesche e due moderne del complesso monumentale dei Girolamini. Una di queste sale è dedicata al filosofo napoletano Giambattista Vico, ricordato come uno dei più assidui frequentatori della biblioteca. Purtroppo, come spesso accade, a causa di una gestione fraudolenta, costellata di reati, l’istituzione ha vissuto un lungo periodo di degrado che ne ha determinato la chiusura al pubblico, nonchè la sparizione di centinaia di volumi di inestimabile valore. A seguito di alcuni articoli di denuncia firmati dallo storico dell’arte Tomaso Montanari e a una raccolta di firme organizzata dal Professore Francesco Caglioti dell’Università Federico II di Napoli, il 12 Aprile del 2012, proprio in occasione di un’apertura straordinaria della Biblioteca Vico, l’intero complesso bibliotecario fu posto sotto sequestro dai carabinieri e il direttore Marino Massimo De Caro, indagato dagli inquirenti, si autosospese dall’incarico. De Caro fu poi condannato in via definitiva a sette anni e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici per aver trafugato e illegalmente venduto un gran numero di opere librarie di proprietà della biblioteca.Il patrimonio comprende il ricchissimo fondo librario della collezione privata di Giuseppe Valletta (18.000 volumi circa, con edizioni rare del XVI e XVII: classici della letteratura greca e latina, storia e filosofia), un’acquisizione che i padri oratoriani portarono a termine su consiglio di Giambattista Vico. Proprio al filosofo napoletano, che donò le prime edizioni di tutte le sue opere al convento, è dedicata una sala del complesso bibliotecario: la Giambattista Vico. Questo ambiente è potenzialmente fruibile al pubblico grazie ai lavori di catalogazione digitale e restauro dei libri eseguiti nel 2012. Tuttavia, il giorno prima della sua apertura al pubblico, l’intera biblioteca dei Girolamini (inclusa la sala Vico), vengono posti sotto sequestro dai carabinieri. Altri pregevoli fondi librari conservati al suo interno sono il Fondo Agostino Gervasio (archeologia, numismatica, bibliografia, letteratura classica), il Fondo Filippino (storia della Chiesa, sacre scritture, teologia) e il Fondo Valeri (940 volumi sulla storia di Napoli e dell’Italia meridionale). Lo scorso 11 Ottobre del 2015, a tre anni dal sequestro e in occasione della giornata nazionale delle biblioteche, la Biblioteca dei Girolamini ha eccezionalmente riaperto al pubblico. Si è trattato di un evento dal titolo fortemente simbolico, che esprime una precisa volontà, “Per ricominciare…“. Un’iniziativa che è servita a mostrare al pubblico un lavoro ancora incompiuto, ma in corso d’opera, che mira a riportare la Biblioteca dei Girolamini al suo antico splendore. E chissà che presto questo inestimabile patrimonio librario non sia restituito ai napoletani.