Può darsi che io tenda, negli ultimi tempi, complice la vecchiaia, ad essere troppo accomodante con la politica in corso,con gli avvenimenti mondani e sportivi nella città di Napoli. E’ vero sono insofferente alla demagogia e all’inconcludenza e quindi a De Magistris,ma mi piace l’andazzo che sta dando alla venuta in città di Maradona:feste,festicciole e cittadinanza onoraria.Dal san Paolo al san Carlo.storia di un amore infinito. Si sa l’ottimismo al potere,qui da noi,ha prodotto solo balle e bolle! Ma si:festa,farina e forca!
Il 16 gennaio sarà una data da ricordare per la città di Napoli, protagonista di un incontro tra sacro e profano in cui, per certi versi, si fatica a distinguere il primo dal secondo. Maradona sarà il protagonista di “Tre volte Dieci”,spettacolo scritto e diretto da un altro simbolo della napoletanità:Alessandro Siani.
Sarà infatti il comico napoletano a portare sul palcoscenico del teatro San Carlo le gesta e le prodezze del Pibe de Oro, con l’aiuto di un maxi schermo in Pvc in cui saranno riprodotti i filmati dei suoi anni al Napoli. Ad accompagnare il campione argentino sul palco ci saranno il sindaco Luigi De Magistris, il rapper Clementino e Salvatore Esposito (il Genny Savastano di Gomorra).
Per il popolo partenopeo, la figura di Diego Armando Maradona è da sempre accompagnata da un’aurea quasi “divina”, capace di resistere ai numerosi scandali che hanno segnato la vita del giocatore.
«Maradona», spiega Siani, «per la prima volta su un palco teatrale darà la sua testimonianza d’amore e di libertà mettendo in luce le sue verità e la sua incredibile vita. Con lui ospiti e sorprese in un anno per noi tifosi napoletani molto sentito ovvero la vigilia dei trent’anni dal primo scudetto (stagione 1986-1987), anche per questo il titolo di questo evento è Tre volte 10».
La decisione di aprire le porte del santuario della musica alla celebrazione di un mito dello sport, non è stata digerita da tutti i napoletani allo stesso modo. Accanto ai puristi, agli integralisti, che hanno denunciato la “profanazione del tempio”, ci sono gli innovatori, che invece insistono sui guadagni di 60 mila euro da parte dell’Art Bonus. Questa somma verrà infatti utilizzata per finanziare progetti finalizzati all’avvicinamento dei giovani alla musica classica.
„Per il Maestro De Simone, intervistato da Repubblica, il San Carlo “è un tempio della musica” che nulla c’entra con il calcio. “Un’operazione come questa – sottolinea De Simone – sarebbe inconcepibile a Londra o a Parigi, dove ci sono teatri la cui storia non è paragonabile a quella del San Carlo”. “Prenderò pubblicamente posizione – prosegue – Il San Carlo ne esce totalmente snaturato. Dov’è finita la grande cultura internazionale di questa città?”.
Ma che male c’è per il san Carlo nell’ospitare Maradona? Caso mai io ritengo che per festeggiare i trent’anni dal primo scudetto il san Carlo sia un luogo piccolo, d’elites, per ospiti selezionati e ruffiani. L’argentino va goduto dal vivo da centomila e più persone,a piazza Plebiscito,al san Paolo in una partita ricordo. La vita di Maradona è stata ben descritta da Gianni Minà.Ecco io avrei chiesto una mano a questo grande giornalista e non a tanti cortigiani,collaboratori pacchiani ed intellettuali jettatori.
I ruoli di Maradona nel Napoli, la sua presenza in città, le sue iniziative sociali e benefiche sono sub giudizio della Commissione Tributaria, prevista per il 28 febbraio,nel senso che per quel giorno in un modo o nell’altro si metterà la parola fine sull’infinito contenzioso con il fisco italiano.
Certi amori,si sa,non finiscono mai! E sappiatelo,hanno ragione gli antichi greci:il gufo è un simbolo d’intelligenza.