Gennaro Capodanno presidente del Comitato Valori collinari, si dichiara insoddisfatto e deluso, esprimendo, ancora una volta, forti dubbi e perplessità sull’eccessiva durata dei lavori alla funicolare Centrale, con un fermo che dura dal 1° agosto dell’anno scorso per la revisione ventennale, fermo che purtroppo, a seguito delle notizie sortite dall’odierno sopralluogo, invece di ridursi, come auspicato da più parti, aumenta, passando da dieci mesi a un anno.
” E’ vero – afferma Capodanno – che si tratta di lavori d’una certa entità che riguardano la ristrutturazione e l’ammodernamento della linea, la revisione delle carrozze, della sala macchine, la sostituzione di componentistica e dell’impiantistica di rete, per un importo complessivo di poco più di 7 milioni di euro, ma se già erano troppi i trecento giorni preventivati inizialmente, ovvero dieci mesi, con l’impianto che avrebbe dovuto dunque riprendere le corse il 3 giugno prossimo, lo sono ancora di più oggi, dal momento che questo tempo, in base a quanto comunicato a seguito dell’odierno sopralluogo, con la partecipazione di alcuni esponenti dell’amministrazione comunale, sembra che sia ulteriormente slittato “.
” Infatti – sottolinea Capodanno – apprendiamo dagli organi d’informazione che la ripresa delle corse viene rinviata al mese di luglio prossimo, senza precisare la data, il che potrebbe significare anche il 31 luglio, con l’aggiunga, la qual cosa alimenta le preoccupazioni da parte degli utenti dell’importante impianto a fune, della classica dizione “salvo imprevisti” che, ricordando i precedenti con i problemi legati al collaudo e al pre-esercizio previsto dalle norme vigenti, non lascia presagire nulla di buono. Considerando che la chiusura risale al 1° agosto dell’anno scorso si arriverebbe all’anno intero invece che a una chiusura di dieci mesi, indicata all’inizio dei lavori “.
” Per i 28mila utenti che mediamente utilizzavano ogni giorno la funicolare Centrale è destinato a perdurare ulteriormente un periodo difficilissimo – continua Capodanno -. In particolare per coloro che ogni giorno devono raggiungere il posto di lavoro o l’edificio scolastico. Difficoltà alle quali si aggiungono anche quelle per il settore produttivo, in particolare per il terziario commerciale che ha subito, specialmente al Vomero, notevoli ripercussioni a seguito della chiusura della funicolare Centrale, con particolare riferimento a quelle attività che si trovano nei pressi delle stazioni e che fruivano del passaggio generato dalle migliaia di utenti che quotidianamente utilizzavano l’impianto”.
” In relazione alle alternative nell’ambito del trasporto pubblico, è notorio che la linea 1 della metropolitana, già in alcune ore del giorno, andava in sovraffollamento, con non pochi disagi per gli utenti, anche con la funicolare Centrale in attività – prosegue Capodanno -. Peraltro le ragioni tecniche, determinate del suo funzionamento parziale, dal momento che si tratta di una linea ancora incompleta rispetto al suo tracciato finale, non consentirebbero d’incrementare le corse o di aumentare il numero di vagoni. Pertanto essa non può essere considerata una valida alternativa sostitutiva al fermo dell’impianto a fune, capace di garantire la stessa efficienza funzionale e operativa. Del sistema di trasporto pubblico su gomma è meglio non parlare, visto che già prima del fermo si arrivava ad attese alle fermate che, per alcune linee, poteva superare abbondantemente la mezz’ora e che il traffico veicolare, anche per il fermo della funicolare Centrale, è nel contempo aumentato con conseguenze immaginabili anche per i tempi d’attesa “.
” Rilancio al riguardo, ancora una volta, la proposta di valutare la messa in atto di ulteriori modalità operative per accelerare i tempi per la realizzazione dei lavori di manutenzione all’importante impianto a fune – afferma Capodanno – incrementando sia i tempi di lavorazione diurna sia il numero di addetti a tali lavori. Peraltro, visto che i lavori di revisione ventennale per gli impianti a fune sono prescritti da specifiche norme e dunque di essi si sapeva da tempo, le parti meccaniche e elettriche da sostituire dovrebbero già essere tutte disponibili nel cantiere, dal momento che la ditta incaricata dei lavori avrebbe già potuto da tempo richiederne la fornitura e/o la realizzazione “.