Oramai le strade tra Manolo e Napoli almeno calcisticamente si dividono. Il centravanti prendera’ la via di Southampton, una fredda citta’ della fredda contea del New Hampshire per prendersi le sue rivincite e riuscire finalmente a celebrarsi come attaccante di razza, cio’che non e’ riuscito a fare con la casacca azzurra. Una sconfitta per tutti, in primis per il suo massimo sostenitore, il presidente Aurelio De Laurentis che mai come con Manolo era riuscito a rifiutare in estate vagonate di soldi, 28 milioni precisamentedal Wolfsburg per farne il il nuovo Higuain, presagendo un potenziale enorme per il ragazzone di Calcinate. Ora ne ricevera’ dalle casse del club inglese del Southampton, a stento 17+3 di bonus; sappiamo tutti come e’ andata, errori di valutazione dello staff e del massimo esponente azzurro hanno evidenziato i limiti del povero Gabbiadini nel giocare in un ruolo non appartenente al suo, appunto il centravanti con prestazioni abuliche e un comportamento sia dentro che fuori dal campo in netta contrapposizione con gli altri suoi compagni di squadra; delle volte basta un sorriso per cambiare il destino di uno sliding doors, ma Gabbiadini anche per via di un carattere chiuso e riservato non ha saputo legarsi con l’ambiente napoletano, pur avendo tantissime opportunita’ di mettersi in mostra dopo l’infortunio del suo collega di reparto, il polacco Milik. Dicevamo una sconfitta per tutti: il 25 enne attaccante bergamasco ancora nel giro della Nazionale, vola verso l’Inghilterra non certo indossando una casacca prestigiosa, ma in una squadra di medio bassa classifica per rilanciarsi, la citta’ di Napoli perde uno dei giovani piu’ promettenti del patrimonio calcistico italiano, baciato da un sinistro magico che fa a cazzotti con altri fondamentali, non ancora pronti per un palcoscenico importante. Ci sono tante ragioni per cui l’attaccante ha fallito in una squadra dove c’erano tutti i presupposti per un matrimonio duraturo; media goal fantastica che non e’ servita a convincere i napoletani e Sarri sul suo reale valore, il grande disguido tattico (Manolo e’ semplicemente una seconda punta che ha bisogno di spazi per far esplodere il suo meraviglioso sinistro), ha rallentato il suo percorso di crescita pur avendo un tecnico che forgia i propri giovani per palcoscenici importanti; perche’ i meccanismi perfetti ed oliati del tecnico azzurro, non prevedono un ariete solitario, ma un vero interprete del ruolo di attaccante moderno che sia partecipe all’azione per tutti i 90 minuti, perche’ raccogliere l’eredita’ dei Cavani e Higuain con Milik e Mertens in rampa di lancio non e’ facile per nessuno. Good Luck Manolo…