La politica dell’iperburocratizzazione rischia di trattare tutti i Cittadini da criminali, spingendoli verso il gioco clandestino, senza colpire le organizzazioni mafiose. Quelo che serve è la puntualità e la sistematicità dei controlli
Intervento in Aula del senatore Lucio Malan(Forza Italia) sulla Relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, sulle infiltrazioni mafiose e criminali nel gioco lecito e illecito
Signor Presidente,
il Gruppo di Forza Italia condivide pienamente le finalità che hanno animato il lavoro svolto dalla Commissione. È estremamente importante esercitare ogni controllo opportuno per evitare che, nell’ambito del gioco d’azzardo, prosperino le mafie e le associazioni criminali che vedono in questo affare – certamente lucrativo e dal grande coinvolgimento di denaro, in particolare di quello liquido – una ottima occasione per sviluppare i propri traffici.
Voglio sottolineare che in questa fase non ci occupiamo del fenomeno in generale del gioco d’azzardo, con i suoi riflessi, con la cosiddetta ludopatia e le dipendenze. Questo è un altro problema, indipendente, sul quale molti componenti del Gruppo di Forza Italia hanno svolto numerosi interventi e presentato numerose iniziative. Non è l’argomento di oggi.
L’argomento di oggi è: posto che esiste il gioco d’azzardo regolare e lecito, quali sono gli interventi e qual è il comportamento più opportuno per evitare le infiltrazioni di organizzazioni criminali. Allora, in questo ambito – come ho detto – noi siamo certamente a favore di uno stretto controllo per evitare siffatte infiltrazioni. Siamo certamente a favore di un controllo e della tracciabilità delle vincite – naturalmente, al di sopra di certe ragionevoli somme – per evitare, anche in questo caso, di burocratizzare tale settore. Più lo burocratizziamo, infatti, più rendiamo appetibile il gioco d’azzardo clandestino. Più lo Stato preleva dal montepremi di tutti i giochi leciti, generalmente da esso gestiti; più vengono introdotte limitazioni, classificazioni e ogni sorta di vessazione nei confronti di coloro che giocano d’azzardo, senza fare considerazioni morali, difficilmente le persone smetteranno di praticare il gioco d’azzardo ma, anzi, lo praticheranno in modo clandestino e, dunque, con la quasi certezza di farlo a beneficio unicamente proprio di quelle organizzazioni criminali che noi vogliamo unanimemente contrastare.
Pertanto, piuttosto che allungare la prescrizione e aumentare le pene, i controlli e le vessazioni di carattere burocratico, che vengono suggerite come soluzioni nel documento in esame, siamo orientati verso la puntualità e la sistematicità dei controlli. È inutile minacciare pene, magari addirittura sproporzionate, con il reato compiuto – si rischia di colpire dei poveracci che hanno davvero fatto poco di male, anziché colpire i veri criminali, le vere grandi organizzazioni – se, poi, i reati non vengono effettivamente perseguiti. Occorrono controlli.
Ho letto anche un passo della Relazione dove si dice che la polverizzazione – così viene definita – dei luoghi dove si può praticare il gioco d’azzardo rende più difficili i controlli. Non si può pretendere di modificare la realtà di un settore fintanto che non si decide di metterlo fuori legge; non si può pensare di condizionare la dinamica di un settore, che comunque è un’attività economica, in funzione della sua controllabilità. A quel punto dovremmo fare lo stesso ragionamento su quasi tutti gli altri settori dell’economia.
Noi siamo, pertanto, del parere che lo Stato non deve vessare i cittadini, non deve trattarli da presunti criminali in partenza, ma deve cercare di perseguire i criminali facendo dei controlli che non diano fastidio alle persone perbene che rispettano la legge, ma siano efficaci per verificare le violazioni della legge. Sono molto più efficaci cento controlli che magari danno luogo a cinquanta sanzioni – e non devono essere così spettacolari da fare titoloni sui giornali – piuttosto che comminare una sanzione ogni tanto a un poveraccio che, a quel punto, si sente giustamente punito, vittima dell’amaro destino, perché così non si risolve il problema.
Quante testimonianze abbiamo avuto, anche da trasmissioni televisive, di sale da gioco totalmente prive dei controlli? Ricordo che qualche anno fa – ho anche presentato un’interrogazione – a Catania era stata più volte segnalata, a chi di dovere, la presenza in una sala di minorenni palesemente impegnati nel gioco d’azzardo, la mancanza di collegamento di macchine al circuito che permette il controllo, nonché una osmosi tra una sala giochi di divertimento – senza le scommesse in denaro – e un’altra sala dove invece le scommesse avvenivano con scambio di denaro. Ebbene, non è stato effettuato alcun tipo di intervento da parte dell’autorità, salvo una volta quando – guarda caso – esso fu preceduto evidentemente da una comunicazione per cui, in quello stesso luogo che finalmente si andava a controllare, improvvisamente vennero cacciati via tutti i giocatori, le macchine staccate dai loro collegamenti elettrici e voltate contro la parete per far vedere che da anni erano inutilizzate.
Occorrono controlli sistematici: occorre verificare che le macchine siano collegate e controllare i dati, perché è inutile avere banche-dati oceaniche se poi i controlli non vengono fatti. Queste cose servono soltanto a qualcuno che magari vuole colpire un individuo, e allora, tra il milione di dati, si cercano quelli che servono per colpire qualcuno e, se non si trovano, poi non si fa niente. Non è così che deve funzionare in uno Stato di diritto: devono esserci dei controlli regolari; bisogna controllare che i bambini effettivamente non giochino e non stiano nelle aree di gioco; bisogna fare interventi efficaci nel rispetto della libertà dei cittadini. Se un giorno qualcuno penserà di abolire il gioco d’azzardo, bisognerà trovare le entrate che lo sostituiscano, ma sarà un’altra faccenda. Intanto che è consentito, però, non è opportuno un approccio per il quale si rischia di non colpire i veri criminali e le grandi organizzazioni e si rende più difficile la vita a chi pratica il gioco d’azzardo lecito spingendolo verso quello clandestino, che è tutto in mano alle organizzazioni criminali.
Il nostro voto a favore, pertanto, va chiarito nel suo significato: siamo a favore dell’intento di combattere in ogni modo le infiltrazioni mafiose, il riciclaggio di denaro sporco, la violazione delle norme specifiche sul gioco d’azzardo che riguardano i minori e di mettere in atto anche politiche che cerchino di non favorire o ridurre la ludopatia, ma non siamo favorevoli alla politica dell’ipercontrollo, dell’iperburocratizzazione delle pene minacciate e non applicate. Per questo non sposiamo per intero la Relazione e neanche la Risoluzione. Il nostro voto è a favore perché condividiamo l’intento di combattere l’infiltrazione delle organizzazioni criminali nel gioco d’azzardo.