Cultura

TERREMOTO CENTRO ITALIA,DAL PREMIO LETTERARIO”UNA CITTA’ CHE SCRIVE”,MENZIONE SPECIALE PER VISSO.LA PROPOSTA DI GIOVANNI NAPPI.

«Per ogni cosa c’è il suo momento, […] un tempo per tacere e un tempo per parlare». Così, dopo essere rimasti attoniti e in silenzio dinnanzi alle immagini del terremoto che ha scosso, ferito e violato profondamente il Centro Italia – lasciando crepe indelebili nelle pieghe della nostra anima –, è arrivato il tempo di reagire. Di azioni concrete che inducano a riflettere e, parafrasando Eduardo Galeano, a «ricordare: dal latino re-cordis, ripassare dalle parti del cuore».
Da qui il bisogno di Giovanni Nappi – ideatore del Premio letterario “Una città che scrive” –, di fare qualcosa per gli abitanti delle zone colpite dall’ultimo terremoto. «Ho deciso di concentrare il mio contributo su di un piccolo comune delle Marche, Visso in provincia di Macerata, dedicando una menzione speciale del nostro Premio Letterario “Una città che scrive”: Visso nel cuore. Tutto ciò affinché la forza della scrittura possa esercitare, così, la propria funzione di “rifugio” e di “riscatto”», ha puntualizzato Giovanni Nappi,presidente del consiglio comunale di Casalnuovo,nel napoletano.
Come ha spiegato lo stesso ideatore del Premio, la scelta del borgo del Maceratese non è casuale. Infatti, a Visso erano custoditi alcuni manoscritti leopardiani, tra cui “L’INFINITO”, esposti nel Museo Civico Diocesano, la cui struttura – insieme a buona parte del centro storico – è stata seriamente danneggiata dalle fortissime scosse. Inoltre, l’immagine di copertina della seconda antologia del Premio – disegnata dal fumettista di Tex, Alessandro Nespolino –, sarà dedicata a tutti loro. A tal riguardo, durante il prossimo mese di marzo, Giovanni Nappi si recherà a Visso per presentare ai giovani il Premio “Una città che scrive”, grazie al Patrocinio Morale del Comune di Casalnuovo (NA).
Perché c’è un tempo per parlare. Per mettere nero su bianco la forza delle parole, al fine di dare voce a quelle popolazioni, affinché non vengano lasciate sole, dimenticate, inghiottite – oltre che dai moti e dalla polvere della terra –, dal silenzio assordante e doloroso dell’indifferenza.

 

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