La crisi del PD a Napoli viene da lontano. Essa è il risultato di un grave deficit di direzione politica , del progressivo arroccarsi delle singole personalità nel proprio orticello e nell’allontanarsi dalle impostazioni originarie che diedero vita al PD . Molte voci si sono levate ,inascoltate, sulla condizione di perdita di consenso che sarebbe derivata dalla sua trasformazione in una galassia turbolenta di comitati elettorali . Questa degenerazione è la prova che la storia spesso viene dimenticata . Fu proprio questo comportamento a distruggere il PSI come tutti sanno . L’affidarsi ai notabili ,ai padroni dei voti ci ha riportato indietro di circa un secolo. Difatti era questa la caratteristica della vita politica italiana pre-fascista e fu questa la condizione che generò il fascismo . La vita democratica riprese in Italia dopo la guerra proprio invertendo quel processo con i grandi partiti di massa che favorirono l’ingresso nella politica dei cittadini che fino ad allora erano stai considerati semplici esecutori di ordini .
Il disastro è sotto gli occhi di tutti e una grande responsabilità ricade sulla direzione nazionale che ha favorito ,per miopi calcoli , la definizione di una direzione locale ,provinciale e regionale ,obbediente ed allineata sempre e comunque sulla linea del capo .Responsabilità che si aggrava quando , di fronte alla caduta di consenso ed al disastro elettorale , ci si è astenuti da ogni intervento . Dove sono i lancia-fiamme?E’ la debolezza di ogni politica lasciata agli yes-men..
Il PD nacque come partito inclusivo con un progetto affascinante : la messa in comune delle esperienze e delle politiche progressiste e riformatrici . A Napoli tutto ciò è degenerato nella prevalenza dei padroni dei voti , nell’immeschinirsi della politica in un clientelismo di bassa lega . La stessa composizione dinastica delle liste in cui esce il papà ed entra la figliolanza è la dimostrazione di questa decadenza . E’ giunto il momento di voltare pagina . Bisogna azzerare le attuali direzioni ed affidare la riorganizzazione del partito, la gestione del tesseramento e l’organizzazione del congresso ad un ristretto gruppo di garanti estranei al gioco delle correnti e del clientelismo.
Ma veramente pensano di poter riprendere il contatto con la società, con le giovani generazioni lasciando il timone in mano ai soliti noti , che prevaricano gli organismi statutari resi deboli per un miope e personalistico calcolo politico : Chi dice : ho i miei voti se li vada a gestire sotto un’altra bandiera . L’assurdo è che mentre si è acquiescenti a tali fenomeni corruttivi si criminalizzano le voci critiche .
Il punto più basso è stato raggiunto con la vicenda delle candidature fasulle. Trovo ignobile che dopo avere sostenuto la discesa in campo della Valente per contrastare Bassolino , come sanno tutti ,anche quelli che fingono di non capire la si abbandoni nel momento della difficoltà e che addirittura Nicodemo , che di quella manovra fu uno dei “patrons” l’abbandoni e ne chieda le dimissioni . Cosa che dovrebbe fare lui se avesse dignità per essere stato uno dei più fedeli sostenitori di una linea politica ciecamente renziana che ha portato il partito ad una sconfitta epocale che non ha insegnato niente visto il comportamento suicida della maggioranza nei confronti di un governo che si regge con i voti del PD. Colpisce in questa situazione il silenzio dei nostri parlamentari .Perché non vengono a Napoli e ci dicono casa pensano del disastro napoletano?
I circoli possono giuocare in questa opera di riscatto una grande funzione soprattutto se si sforzano di essere strutture inclusive Ci attende una grande opera di riscatto che deve impegnare le energie migliori , che ci sono ,del partito e smetterla di fare i tifosi di questo o quel capo o “capicchio”.
Ernesto Nocera