Il Vice-Presidente della Camera Luigi Di Maio ha consegnato una lettera al Presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino, in cui denuncia ”La campagna diffamatoria nei confronti del MoVimento 5 Stelle”.
A rivelarlo è lo stesso deputato pentastellato con un post di Facebook dal titolo quanto mai eloquente: ”E’ tempo di reagire!”. Una sorta di chiamata alle armi, per chi non è dato sapere, in difesa del Movimento.
All’interno della lettera il Gigi nazionale, ha pensato bene di fare nomi e cognomi di tutti quei giornalisti che, in un modo o nell’altro, hanno incredibilmente e sfacciatamente indagato, lavorato e scritto del Movimento. Ossia hanno fatto il loro lavoro. Spicca tra tutte, per il periodo in cui viene scritta questa lettera, la presenza di Emiliano Fittipaldi, cronista de ”L’Espresso”, primo a rivelare della polizza di Romeo alla Raggi, e autore di altri articoli sulla Sindaca romana.
Una lista di proscrizione in piena regola. Di Maio scrive: ”Gentile Presidente,la libertà di stampa è un valore irrinunciabile per ogni Paese democratico. Ma altrettanto irrinunciabile è il rispetto della verità a cui ogni giornalista, per deontologia ed etica professionale, dovrebbe attenersi. In questi giorni abbiamo assistito a uno spettacolo indegno da parte di certa stampa”.
Ma è cosi? La notizia della ”polizza” è ininfluente? Lo scandalo che ha creato presso l’opinione pubblica, specie quella romana, non dimostrano il contrario? E minacciare di querele e di azioni legali quei giornalisti che indagano su esponenti 5 stelle è un comportamento corretto da tenere per una cosi importante carica dello Stato?
Risponde, Iacopino: ”Ho chiesto all’on. Di Maio di desistere dall’intenzione di presentare querele o di avviare azioni civili nei confronti dei giornalisti, invitandolo a riflettere sul fatto che quella strada trasmette la sgradevole sensazione di un tentativo di intimidazione, con l’obiettivo – inaccettabile per chiunque abbia a cuore la libertà di informazione, diritto essenziale dei cittadini – di condizionare i colleghi che hanno il dovere di raccontare i fatti che accadono” .”Mi dolgo – conclude – soltanto per il fatto che nella pubblicazione della lettera inviata all’Odg (il cui contenuto sarà valutato dagli organismi competenti) non siano stati omessi i nomi dei colleghi che il M5S accusa di comportamenti non corretti. In tale modo sembra una lista di proscrizione con un messa all’indice – che nulla ha a che vedere con diritti che si lamenta siano stati lesi – che rischia di vanificare le buone intenzioni di seguire le procedure previste dalle norme interne all’Odg”.
Il discorso è però ampio e articolato. La democrazia è fragile e necessita che tutti, all’interno della società, svolgano il proprio lavoro. I giornali, ”i cani da guardia della democrazia” come cita un vecchio detto americano, devono indagare. Ora che si trovano al potere, i 5 stelle hanno scoperto cosa significa essere esposti, essere guidicati, elogiati per il buon lavoro o criticati per il cattivo lavoro.
E’ la democrazia, e a conti fatti, sembra esser l’unica cosa non andare a genio del Movimento.