“Trump apre spazi enormi ad una sinistra nuova, che sappia ripensare i suoi fondamentali: politiche sociali, forme di partecipazione democratica alla gestione della cosa pubblica, condivisione del dolore sociale”.
Così Walter Veltroni ragiona in una bella intervista rilasciata al Corriere.
Una sinistra capace di comprendere un mondo che cambia a velocità supersonica, producendo nuove diseguaglianze, squilibri, paure e angosce.
Il futuro che spaventa è il tempo dove collocare la nostra riflessione e la nostra azione: ricostruire comunità di valori in una società esplosa in mille solitudini.
Per fare questo non abbiamo bisogno di una sinistra che si rifugia in un piccolo porto ideologico e minoritario, nostalgicamente identitario. Nessuna scissione risolverà un problema enorme che oggi ha la sinistra nel mondo e che rischia di minare la sua stessa ragione di essere: affermare giustizia ed umanità in un mondo “disumano”.
Nessuna scissione e nessuna resa dei conti, nessuna fuga e nessuna voglia di liberarsi ” dei fastidi interni”.
Abbiamo bisogno di un “Nuovo Inizio” del PD per cogliere la sfida di un mondo nuovo e per riaffermare la nostra vocazione maggioritaria: la necessaria ambizione di ricomporre e non certo di acuire un processo di frantumazione della società.
Per fare questo abbiamo bisogno di tutte le forze migliori dentro e fuori dal PD.
A Milano, Giuliano Pisapia ha presentato i contenuti di quello che, da qui a breve, sarà il suo manifesto politico. Pisapia parla di un ”luogo per chi ha perso una casa politica”. Io sono convinto che dobbiamo seriamente impegnarci a dare la “giusta cittadinanza’” a chi si sente ormai uno straniero nel nostro partito.
La sinistra nel novecento ha avuto due grandi giornali di riferimento: L’Unita’ e L’Avanti.
Io penso che queste due parole possano ancora indicare il nostro comune cammino.