Da giorni ormai in casa Pd non si parla d’altro che di scissione. Il D-day è l’Assemblea nazionale che si terrà domenica a Roma, anche se tuttavia le possibilità di ricomporre la frattura ancora ci sono. Gli appelli, e lo scambio di accuse, dei protagonisti si susseguono con Bersani che sull’Huffington Post chiede alla maggioranza di “Fermarsi” e Renzi che dalle pagine del Corriere risponde: “Bloccate le macchine della divisione e dei ricatti”.Per un sondaggio dell’Istituto Ixè, illustrato oggi ad Agorà il 76% degli elettori Pd la scissione del partito sarebbe un male
In mezzo a questa partita ci sono milioni di militanti ed elettori, che capiscono sempre meno queste polemiche e divisioni, ma che comunque continuano a dare fiducia al Pd – i sondaggi dicono che il consenso si aggira ancora sul 30% -. Proprio agli elettori Pd Ixè ha chiesto come giudicano l’eventuale scissione del Pd, a questa domanda il 76% pensa che sarebbe un male, mentre solo per il 19% sarebbe un bene.
Un risultato schiacciante che dimostra come il popolo di centrosinistra non vuole altre scissioni. Il 64%, inoltre, vorrebbe che Matteo Renzi rimanesse segretario. In vista del congresso, il 18% punta invece su Andrea Orlando e il 12% su Michele Emiliano.
Diversi i numeri, ma non la sostanza, del sondaggio svolto da Euromedia che vede il segretario Pd prevalere nella corsa alla segreteria con il 49,7% tra gli elettori di centrosinistra – 58,4% tra gli elettori Pd – Seconda posizione per Michele Emiliano 7,4% (3,6% elettori Pd), seguono Enrico Rossi 4,7% (4% Pd) Roberto Speranza 4,2% (4% Pd) e Andrea Orlando con il 3,5% (2,6%). Molti gli indecisi il 30,5% in generale, mentre tra gli elettori democratici sono il 47,5%.
Per quanto riguarda le intenzioni di voto sempre un sondaggio Ixè conferma la leadership del Pd che, anche se in calo, viene segnalato al 30,4%. Dietro il M5s – anch’esso in calo – 27%. Leggera crescita per la Lega Nord (13,5%, +0,2%), Forza Italia (12,6%, +0,1%), Fratelli d’Italia (4,3%, +0,2%). Maggiore l’aumento di Sinistra Italiana (3,9%, +0,5%). In leggero calo invece Ap (Ncd+Udc), che si colloca a quota 3,2% (-0,1%). Da questa rilevazione, simile a quelle di altri istituti, si può vedere come la quota 40%, che farebbe scattare il premio di maggioranza alla Camera, sia ad oggi un miraggio per qualsiasi formazione politica.
Ancora più ampia la differenza tra Pd e M5s secondo Swg, che vede i democratici raccogliere il 31% delle intenzioni di voto – sostanzialmente stabili (+0,1%) rispetto la scorsa settimana – contro il 26,5% del M5s (-0,5%). Nella destra Forza Italia è il primo partito con il 13,2% seguito dalla Lega Nord con il 13%, più staccato Fratelli d’Italia che si attesta al 5%. Male Sinistra italiana che può contare su un 2,6%.