Se proviamo ad alzarci sulla punta dei piedi per guardare al di là del muretto del cortile di casa ci accorgeremmo cha la precarietà è il tatto distintivo della condizione giovanile in tutto il mondo occidentale . Che i ”lavoretti” sono la norma ed i contratti a tempo indeterminato un fenomeno residuale. C’è uno studio sull’ultimo numero di Foreign Affairs a proposito . La particolarità italiana è che i periodi di vuoto fra un lavoro e l’altro non sono coperti dal welfare .La soluzione del problema non è né semplice né facile ma possibile. Innanzitutto bisogna rimettere in moto l’economia con un programma mirato di investimenti pubblici in infrastrutture e creare le condizioni per incentivare gli investimenti privati che in Italia scarseggiano. Un grande volano di sviluppo potrebbe essere il settore della logistica ,ad esempio . In Marocco con la creazione del porto modernissimo di Tanger-Med si sono creati con un corretto intervento di logistica retroportuale ben 40.000 posti di lavoro . Nessun porto italiano è attrezzato in tal senso. Nemmeno la più volte annunciata Free Zone di Gioia Tauro ,il nostro maggiore hub , ha visto ancora la luce . In Germania la logistica dà lavoro a 2 milioni di persone . Siamo in forte ritardo Napoli non fa eccezione pur avendo ampie potenzialità. Basti pensare che il sistema portuale campano ha un’area di mercato di 22 milioni di persone. Rilanciare il porto a Napoli potrebbe far nascere 4000 posti di lavoro veri , continui e non precari .
Ma la precarietà generalizzata non è una catastrofe naturale . E’ una scelta precisa del capitalismo che con questo sistema ha mano libera nella gestione del personale che può essere licenziato ad libitum-La lotta al sindacato è uno degli elementi che ha creato questa situazione .Anche il governo italiano ha fatto la sua arte,. Il celebrato “ jobs act “ una volta finiti gli incentivi è miseramente crollato .La ripresa va costruita con interventi economici seri non con i pannicelli caldi degli incentivi a termine.Un apese come il nostro che trascura la ricerca di base non ha futuro ..Nell’ultima legge di stabilità a questo capitolo sono dedicati 47 milioni , meno della metà di quanto stanziato per le scuole private ,100 milioni. Per lo stesso capitolo la Germania ha stanziato 1 miliardo e 300 milioni ..Ecco ciò che fa la differenza fra la nostra condizione economica e la loro. Non c’è bisogno di essere a favore o contro Renzi per capire che è una scelta sbagliata .
Un altro elemento di ritardo è il basso livello di alfabetizzazione e di addestramento professionale dei nostri giovani , Abbiamo il più basso numero di laureati e la più alta percentuale di analfabeti organici o di ritorno :.Il problema è particolarmente grave al Sud .A Napoli il 65% dei cittadini ha un titolo di studio dalla terza media in giù. D’altronde la disoccupazione giovanile al Sud è gravissima , come tutti sanno .Occorre un uso diverso dei fondi . Ad esempio invece di buttare risorse in una formazione generica e non finalizzata perché non usare quei fondi per incentivare l’assunzione di giovani in aziende dove potrebbero acquisire un patrimonio professionale .Cosa lo impedisce?
Le statistiche sulla occupazione ,in crescita a detta del governo , non dicono v che si recuperano posti di lavoro per cinquantenni e oltre e che invece nella nuova occupazione i giovani non sono coinvolti .Per cui c’è poco da stare allegri .
Il governo che si vanta di questi risultati dimostra di essere lontano dalla realtà italiana . Manca il rispetto delle regole .Il corpo degli ispettori del lavoro che dovrebbe controllare la regolarità dei rapporti di lavoro è fatto da poche centinaia di persone. Sono sotto gli occhi di tutti lo sfruttamento schiavistico degli immigrati e degli italiani in agricoltura et non ci sono interventi significativi per spezzare questo fenomeno. Propongo di affidare questo compito ai carabinieri con la creazione di un nucleo speciale sul tipo di quello preposto all’ambiente. Non a caso le statistiche ci parlano di un progressivo distacco dei giovani dalla politica . Nel 2010 i giovani dai 14 anni in su che si interessavano di politica ogni giorno erano il 10% e quelli che non se ne occupavano mai il 27,4% queste percentuali diventavano nel 2014 ( ultimi dati disponibili) rispettivamente l’11,6 e ben il 30,2.
Che garanzie ha la democrazia in un paese che vede allontanarsi i giovani dalla partecipazione alla vita pubblica .Finora l’unico intervento del governo sul fronte del lavoro ,a parte il fallimentare jobs act , è stata la lotta serrata ai sindacati , CGIL in particolare . Con l’effetto politico di dirottare il voto dei lavoratori verso i 5S e rendendo più fragile il sistema Paese perché . come dimostra uno studio del FMI ( sulla sua rivista Finance and Development Marzo 2015) l’indebolimento dei sindacati incrementa le disparità nella distribuzione del reddito e rende più fragile e meno competitivo il paese. Questo grafico USA , applicabile a tutti i paesi occidentali vi farà capire l’ingiustizia di fondo di un sistema in cui la produttività cresce ed i salari sono fermi e quindi c’è lo spostamento dell’equilibrio del reddito a favore dei capitalisti ed a danno dei lavoratori.
.Un partito che si dice riformista se non lotta contro queste disuguaglianze a che serve? . Riusciranno a capirlo i nostri amici? Penso che sia giunto il momento di porre questi argomenti ,con decisione , al centro del dibattito politico nella convinzione che senza proteggere le giovani generazioni d si mette in discussione l’avvenire del Paese .Lo disse già Ludovico Bianchin ,ministro borbonico dell’economia che nel 1850 affermava che risolvere i problemi dell’oggi impegnando i redditi di domani , scaricandone il peso sulle spalle delle giovani generazioni è un vero .crimine.
Ernesto Nocera