Inizia l’intervento del segretario dimissionario Matteo Renzi. La parola che caratterizza la prima parte del suo intervento è “Rispetto”. “Il Pd ha perso l’occasione per aprire le finestre e parlare fuori. Ora dico, senza distinzioni: fermiamoci. Fuori da qui ci stanno prendendo per matti“. “La nostra responsabilità è nei confronti del Paese. Adesso basta, non possiamo più discutere al nostro interno. Facciamolo oggi ma dobbiamo rimetterci in cammino”.
Nel suo intervento Renzi passa in rassegna tutte le richieste pervenute dalla minoranza pd e, secondo la sua lettura, accolte dalla segreteria. “Non possiamo stare fermi a dire congresso sì, congresso no. Resti agli atti quel che è accaduto in questi due mesi e mezzo. Ho cercato tutti i giorni di raccogliere le proposte degli altri per restare insieme. All’ultima assemblea due amici storici mi hanno preso a male parole per dirmi ‘fai un errore’. A quel punto una parte della maggioranza e minoranza ha detto fermiamoci e mi sono fatto carico di non fare il congresso perché pensavo potessimo fare una campagna di ascolto insieme”.
“Scissione è una delle parole più brutte del vocabolario. Di peggio c’è il “ricatto”. Non si può fermare un partito per il diktat di una minoranza”.
“Io vorrei discutere di cosa è la sinistra oggi. Io non accetto che ci sia un copyright che qualcuno ha in esclusiva. Anche se non canto Bandiera rossa, penso che il Pd abbia un futuro che non è quello che altri immaginano. Ci sono cose molto più di sinistra quello che ha fatto Teresa Bellanova in questi mesi che anni di convegni”.
“C’è un punto che è Il punto politico ed è la domanda di Michele Serra di ieri che nella sua amaca ha detto: “E’ solo uno scontro di potere”. Sì, ma non come lo pensate. C’è qualcosa di più. A chi appartiene il potere nel Pd? Io penso che quando si definisce il congresso il luogo della conta allora si fa un torto” alla democrazia.
“Noi invitiamo con il cuore in mano a restare, ma la condizione per stare insieme è che il potere appartenga ai cittadini che votano alle primarie non ai caminetti che si riuniscono a Roma”.
“Vorrei fare un appello: basta con le discussioni sul governo. Chiedo un applauso per Gentiloni e per quello che stanno facendo i ministri”. “E’ impensabile che si trasformi il congresso del Pd in un congresso sul governo. Sarebbe una cosa allucinante per tutti”. “Io non ho cambiato idea”, afferma Renzi, “altri sono passati dal sostegno caso per caso al sostegno pieno”. “Noi rispettiamo l’azione del governo e i poteri del presidente della Repubblica e diamo tutti una mano per chiudere le partite” che l’Italia deve affrontare.
“Tutti si sentano a casa nel Pd, liberi di discutere ma se in tutte le settimane c’è un’occasione di critica, se per tre anni si è pensato che si stava meglio quando si stava peggio, io non dico che siamo nemici né avversari ma dico ‘mettetevi in gioco’, non continuate a lamentarvi ma non potete immaginare di chiedere a chi si dimette per fare il congresso di non candidarsi per evitare la scissione non è una regola democratica”.
“Per sistemare questa assurda situazione poteva valere la pena fare un passo indietro, ci ho pensato. Però ci ho pensato sul serio, perché mai come questi due mesi e mezzo siamo stati laici nelle decisioni, abbiamo ascoltato tutti, ma accettare oggi che si possa dire di no a una candidatura, accettare che possa essere eliminata una persona, sarebbe un ritorno al passato. Noi stiamo insieme per confrontarci. Non accetteremo mai, mai, mai e poi ami che qualcuno ci dica ‘tu non vai bene, tu nei sei parte di questa comunita’. Avete il diritto di sconfiggerci, non di eliminarci“.
“Si va avanti, perché questo partito ha voglia di giustizia e di uguaglianza. Se deve cambiare qualcosa lo farà sulla base di quello che dicono gli iscritti non dei caminetti”.
“Scusatemi se abbiamo zigzagato in questi mesi. Ora la ripartenza sarà al Lingotto. Tante sono le sfide. Noi cerchiamo di cambiare le cose con il sorriso sulle labbra. Si va avanti allegri e frementi“