“L’esperienza migratoria rende spesso le persone più vulnerabili allo sfruttamento, all’abuso e alla violenza”. A lanciare il grido d’allarme, sulla scorta del suo predecessore, è stato papa Francesco, che rivolgendosi ai partecipanti al Forum su migrazioni e pace ha precisato: “Parliamo di milioni di lavoratori e lavoratrici migranti – e tra questi particolarmente quelli in situazione irregolare –, di profughi e richiedenti asilo, di vittime della tratta”. “La difesa dei loro diritti inalienabili, la garanzia delle libertà fondamentali e il rispetto della loro dignità sono compiti da cui nessuno si può esimere”, l’appello di Francesco, secondo il quale “proteggere questi fratelli e sorelle è un imperativo morale da tradurre adottando strumenti giuridici, internazionali e nazionali, chiari e pertinenti; compiendo scelte politiche giuste e lungimiranti; prediligendo processi costruttivi, forse più lenti, ai ritorni di consenso nell’immediato; attuando programmi tempestivi e umanizzanti nella lotta contro i trafficanti di carne umana che lucrano sulle sventure altrui; coordinando gli sforzi di tutti gli attori, tra i quali, potete starne certi, ci sarà sempre la Chiesa”.
I quattro verbi del Papa: accogliere, proteggere, promuovere e integrare
“L’inizio di questo terzo millennio è fortemente caratterizzato da movimenti migratori che, in termini di origine, transito e destinazione, interessano praticamente ogni parte della terra” ha detto il Papa, nel discorso rivolto ai partecipanti al Forum su migrazioni e pace. “Purtroppo, in gran parte dei casi, si tratta di spostamenti forzati, causati da conflitti, disastri naturali, persecuzioni, cambiamenti climatici, violenze, povertà estrema e condizioni di vita indegne”, la denuncia di Francesco, secondo il quale “è impressionante il numero di persone che migra da un continente all’altro, così come di coloro che si spostano all’interno dei propri Paesi e delle proprie aree geografiche. I flussi migratori contemporanei costituiscono il più vasto movimento di persone, se non di popoli, di tutti i tempi”. Di qui la “particolare preoccupazione” del Papa “per la natura forzosa di molti flussi migratori contemporanei, che aumenta le sfide poste alla comunità politica, alla società civile e alla Chiesa e chiede di rispondere ancor più urgentemente a tali sfide in modo coordinato ed efficace”. Quattro i verbi su cui, per Francesco, si deve articolare la “comune risposta” a tale fenomeno: “Accogliere, proteggere, promuovere e integrare”.