“Si è trattato di un accordo-ricatto dove i dipendenti dell’Almaviva della sede di Napoli non hanno potuto difendere i propri diritti lavorativi. O accetti queste condizioni a ribasso oppure vai a casa”. Lo dice il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Gennaro Saiello commentando l’esito del referendum tra i lavoratori del comporta di Napoli. “Per potersi garantire il livello di occupazione almeno fino al 2020 – attacca Saiello – i dipendenti di Almaviva sono stati costretti a votare sì ed accettare a scatola chiusa la piattaforma aziendale”. “Un accordo che prevede la cassa integrazione pagata all’80% ma vincolata ai giorni di lavoro – rincara la dose – il Tfr bloccato, gli scatti di anzianità sospesi e precludendo agli stessi lavoratori la possibilità di arrotondare cercando anche altra occupazione visto che l’azienda potrà chiamare con preavviso di sole 48 ore”. “Nel corso delle trattative l’inadeguatezza palesata a livello ministeriale e della Regione – aggiunge Saiello – l’abbiamo a più riprese denunciata nel tentativo di giungere a questo disastroso risultato”. “Nessuno può esultare per l’esito di questo referendum – evidenzia il consigliere regionale – e penso in particolare alla platea dei lavoratori part-time a 4 ore che a seguito di questo accordo avranno un reddito poco più di 440 euro mensili”. “Almaviva sullo stabilimento di Napoli ha raggiunto il suo scopo – spiega Saiello – cioè incidere negativamente sullo status contrattuale dei lavoratori”. “Il Movimento 5 Stelle continuerà a vigilare ed essere presente con atti concreti – conclude Saiello – al momento se i risultati dell’esito dei referendum è questo a pagare saranno solo e sempre i lavoratori”.