Da De Gasperi a Craxi, da Berlusconi a Prodi. Dalla Costituente all’ingresso in Europa. Le ragioni storiche e socio-economiche del “profondo declino della Repubblica italiana” sono analizzate in maniera puntuale ne “L’arte del non governo” (Marsilio Editore) l’ultimo libro dello storico Piero Craveri, professore emerito di Storia contemporanea all’Università Suor Orsola Benincasa e presidente della Fondazione Benedetto Croce.
Oltre cinquecento pagine in cui si ricostruiscono sincronicamente gli aspetti istituzionali, politici ed economici del processo che ha portato all’attuale situazione del Paese. La presentazione del volume si svolgerà martedì 28 Febbraio alle ore 15.30 nella Biblioteca Pagliara dell’Università Suor Orsola Benincasa. Con Piero Craveri ne discuteranno il Rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa Lucio d’Alessandro, l’ex presidente del Consiglio, Ciriaco De Mita, condirettore della Scuola di Alti studi politici del Suor Orsola, lo storico Eugenio Capozzi, il sociologo Luciano Pellicani e il giornalista Marco Demarco, direttore della Scuola di Giornalismo “Suor Orsola Benincasa”.
Presentazione del volume
Al volgere di un ciclo storico, Piero Craveri ripercorre, partendo dalla Costituente, il cammino di rapida ascesa economica dell’Italia per cogliere i fattori del suo mancato consolidamento e del suo lento e inesorabile declino. Le responsabilità di una classe dirigente rimasta troppo arretrata per guidare un paese industriale, il sovrapporsi dei partiti all’attività dell’esecutivo e del Parlamento, un malinteso primato della politica sull’economia di mercato, sono solo alcune delle cause che emergono dall’analisi delle vicende repubblicane.
Dalla sconfitta di De Gasperi alla difficile congiuntura del 1963-64, dalla crisi degli anni settanta alle occasioni mancate del decennio successivo, con Craxi, al superamento della seconda Repubblica, Craveri fa notare come, ben lungi dall’essere solo una questione economica, la posta in gioco di questa mancata «evoluzione» è la stabilità della democrazia. I principi che furono messi a fondamento dello Stato unitario sembrano venir meno e, al di là delle celebrazioni ufficiali, la Repubblica non ha saputo rinnovarli.
Anche l’idea di Europa, che nel secondo dopoguerra ne è stata idealmente una prosecuzione, sembra dileguarsi. In questo scenario, dove sono le stesse istituzioni democratiche a essere messe in discussione in Occidente, le riflessioni di Craveri gettano luce sugli avvenimenti della nostra storia recente per individuare le ragioni profonde del declino e provare a porvi rimedio.