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RENZI – SIMPATIE E ANTIPATIE

E’ questo il modulo interpretativo che va per la maggiore sulla stampa e fra la base renziana del PD circa la crisi di legittimità che ha colpito Renzi ,dopo il disastroso risultato del 4 dicembre ,frutto  della sua sicumera  nella personalizzazione spinta del conflitto .
Sono categorie a-politiche  ,che accentuano il carattere personalistico  che il  Nostro ha impresso alla sua azione politica: O con me o contro di me. Che hanno evidenziato le sue carenze a porsi come soggetto unificatore avendo preferito una arrogante politica divisiva in cui il parere dei suoi contestatori non aveva il titolo per essere discussa. In questo senso può dirsi che la maggiore responsabilità della scissione è sua , come obiettivo tenacemente perseguito per liberarsi di una fetta di partito che egli sentiva non sottomessa. Sono queste le ragioni per cui rifiuto di entrare nel merito dei concetti  di simpatie o antipatie che appartengono alla sfera della psicologia e non della politica. Capisco che per molti fans renziani questo è il modo più facile per sostenere la loro posizione di indiscussa accettazione del fascino di un leader  che alla prova dei fatti non si è rivelato all’altezza. Su questo terreno ,come ho detto ,non intendo seguirli.
Un partito si definisce per i ceti che vuole rappresentare. Per la sua “constituency” come si dice . La base elettorale originaria del PD era  ben  definita :Lavoratori ,pensionati, la scuola ,i ceti medi professionali ,i giovani .Tutti avevano guardato con interesse al progetto . L’errore di primarie aperte per la nomina del segretario ,avallata per un eccesso di democratismo , che  non è democrazia , ha avuto il risultato di far convalidare il ruolo di segretario da persone estranee al partito . Di questa estraneità Renzi  ha fatto la sua bandiera  tant’è che ha elaborato la sua linea e formato il suo gruppo dirigente  in sedi esterne al partito : Le famose Leopolde  in cui i simboli del partito non erano ammessi e la cui platea non comprendeva  un solo rappresentante del mondo del lavoro .  Avvocati per lo più , professionisti arrembanti e personaggi in cerca d’autore  come quel tal Lotti ( attualmente indagato per corruzione) che sostenne che il sindacato era un rottame dell’800 senza più un ruolo e  l’ineffabile consulente di Borsa  che mise in discussione il diritto di sciopero-
Il seguito fu coerente con le premesse .Perciò un partito iscritto al Partito socialista europeo cominciò , cosa mai vista per un partito riformista , a  delegittimare i sindacati  e in particolare la CGIL più volte presa a schiaffi . Si consultava su materie  delicate  solo la Confindustria e mai i sindacati . Il jobs act diede il colpo definitivo . Strumento che ha dimostrato la sua inconsistenza col crollo dei contratti alla fine degli incentivi. Il colmo è stata la vicenda del referendum fin dall’inizio impostato come una battaglia personale :O con me o contro di me .Impostazione che ha tolto importanza al merito del problema . Hanno fatto finta di niente . Renzi si è dimesso perché non poteva farne a meno ma gli organi dirigenti non si sono mai domandati perché ,mentre nelle periferie e nei quartieri popolari si perdeva alla grande,  si vinceva ai Parioli ,  a via Montenapoleone o a Posillipo .D’altra parte che Renzi inclini al personalismo lo si vede dal fatto che riunisce la segreteria , composta di suoi fidi , un paio di volte all’anno.
Anche gli episodi criminosi del tesseramento sono figli di quelle scelte .
Ritengo che il Paese non possa fare a meno di un partito politico solidamente riformista e popolare , che rappresenti le grandi masse e non i clan degli assetati di appalti pubblici. Il congresso , come si sta costruendo , non  sarà la sede adatta per il rinnovamento .Infine un’ultima osservazione: capisco che i  “ nativi “ PD pensino che questa politica personalistica  sia la “politica” . Non ne hanno viste altre. Anch’io , da ragazzo , vivendo in pieno fascismo pensavo che quella fosse l’unica politica possibile ( attenzione ,ad evitare polemiche. So benissimo che Renzi col fascismo non c’entra ) Mi meravigliano  , e molto , gli ex fulminati sulla via di Damasco che disprezzano il loro passato senza capire che quel disprezzo li interpella personalmente. Per quanto mi riguarda penso che occorra dare una svolta e fare politiche coerenti con lo sviluppo per promuovere il lavoro ( nessuna legge sul lavoro crea un solo posto ) il che vuol dire promuovere investimenti , attenzione al sistema industriale, alla logistica , ai trasporti  ed all’agricoltura .  Significa promuovere la scuola e la ricerca . Rimuovere la vergogna di uno stanziamento nella legge di bilancio di solo 47 milioni per la ricerca di base  contro i 100  per la scuola  privata  ed il miliardo e 300 milioni che la Germania  stanzia sullo stesso capitolo di spesa. Capisco quelli che sono andati via ma  penso che qualcosa per creare una nuova dirigenza meno personalistica e più istituzionale si possa realizzare con l’impegno dei militanti onesti . Che ci sono e sono tanti . Lo vedo dall’indignazione di massa per bi casi del tesseramento i a Napoli ,in provincia e nel profondo  cuore della Campania..

 Ernesto Nocera

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