Il 5 Marzo è una data ricca di avvenimenti storici , politici , culturali ed anche sportivi, che hanno caratterizzato e resa importante questa giornata. Tra gli avvenimenti storici di maggior rilievo , ricordiamo la nascita del “Corriere della Sera “ avvenuta nel 1876 . “Pubblico, vogliamo parlarti chiaro. In diciassette anni di regime libero tu hai imparato di molte cose. Oramai non ti lasci gabbare dalle frasi. Sai leggere fra le righe e conosci il valore delle gonfie dichiarazioni e delle declamazioni solenni d’altri tempi. La tua educazione politica è matura”. L’editoriale del direttore Eugenio Torelli Viollier salutò i lettori del primo numero del Corriere della Sera, che debuttò in edicola il 5 marzo, prima domenica di Quaresima del 1876. Quattro fogli stampati in tremila copie, ognuna al costo di 5 centesimi (7 fuori Milano), che gli strilloni iniziarono a distribuire verso le nove di sera. A tre lustri dalla nascita del Regno d’Italia, la Destra storica, erede di Cavour ed espressione della borghesia liberale, si avviava ormai alla sconfitta elettorale dopo aver guidato la fase di completamento dell’unità e di organizzazione della macchina statale. La pesante politica fiscale, finalizzata al raggiungimento del pareggio di bilancio, fu fatale al governo Minghetti, la cui caduta aprì la strada alla sinistra storica con Agostino Depretis. In questo scenario, Torelli Viollier cercò di intercettare le istanze della destra moderata e tradurle in un nuovo organo di stampa, che fungesse da strumento di dialogo costruttivo con la Sinistra. Insieme a tre soci e con un investimento iniziale di 30.000 lire avviò la sua impresa editoriale, fissando la sede in un luogo simbolo della borghesia milanese: la Galleria Vittorio Emanuele. Qui lavorava un team ridotto, tre redattori e quattro operai, che curava tutti i contenuti da sé, non potendo contare su inviati. Per il nome si trovò più in linea con i tempi la dicitura Corriere (rispetto alle abusate Gazzetta, Avvisatore, Eco), associata all’espressione della Sera perché era previsto che uscisse il pomeriggio. Il numero di lancio si presentava in “prima” con il suddetto editoriale che riassumeva l’anima politica della testata nella formula «conservatori e moderati». Ai piedi della stessa pagina la prima puntata di un romanzo d’appendice, L’incendiario di Elie Berthet. In seconda spazio alla cronaca (tra cui la notizia di una drammatica morte sul lavoro di un operaio di Torino, tranciato da un treno) e alle analisi politiche e, in basso, alla rubrica “ciarle del curioso”, in cui si descrivevano le piante carnivore. La cronaca milanese insieme agli spettacoli, alle notizie di borsa e all’estrazione del lotto occupavano la terza pagina. Sempre qui si riportava una circolare ministeriale emblematica del clima di conflitto tra Regno d’Italia e Chiesa romana, giacché si invitavano i prefetti a sorvegliare sui quaresimali pronunciati nelle chiese.L’introduzione di telegrafo e rotativa fece schizzare le copie dalle 7.000 del 1878 alle 60.000 del 1889. La stagione d’oro coincise con l’inizio del nuovo secolo e con Luigi Albertini nominato direttore responsabile dal gruppo Crespi, nuovo proprietario del giornale. In sei anni le vendite raddoppiarono da 75.000 a 150.000, assegnando al Corriere il primato di quotidiano italiano più diffuso. Tra le ragioni del successo la comparsa di periodici collegati, come La Domenica del Corriere e il Corriere dei Piccoli.In quegli anni, lasciarono la propria firma sul Corriere i più illustri esponenti della cultura nazionale: da Giosuè Carducci a Gabriele D’Annunzio, da Benedetto Croce a Luigi Pirandello, passando per Grazia Deledda. Nel 1904 la Redazione fu trasferita in un palazzo progettato dall’architetto Luca Beltrami, in via Solferino, che divenne da allora la sede storica. L’interesse per la Prima guerra mondiale permise di sfondare il muro delle 600.000 copie nel 1920. Dopo gli anni difficili della censura fascista, il Dopoguerra vide la testata cambiare nome due volte, da Corriere d’Informazione nel ’45-’46, a Nuovo Corriere della Sera nel ’46-’59, fino al recupero della originaria dicitura. Il ventennio ’60-’70 fu caratterizzato da grandi figure di inviati come Indro Montanelli e Oriana Fallaci. Dopo questo periodo cominciò la sfida infinita con la Repubblica di Eugenio Scalfari, nel contendersi il ruolo di primo quotidiano italiano. Questa data ricorda anche la nascita di personaggi illustri come Pier Paolo Pasolini ,tra gli intellettuali tra i più geniali e controversi del Novecento italiano. scrivendo in vernacolo in aperta contestazione all’egemonia culturale della Chiesa. In particolare predilesse il friulano, per la cui tutela fondò nel 1945, insieme ad altri amici, l’Academiuta di lenga furlana. Il trasferimento nella Capitale segnò l’ingresso nel mondo del cinema, prima come sceneggiatore e poi come regista, debuttando con Accattone nel 1961. Già dagli esordi dovette fare i conti con la censura, subendo successivamente una sorta di ostracismo per il contenuto forte e provocatorio delle sue opere, portato all’esasperazione in Salò e le 120 giornate di Sodoma, uscito postumo nel 1975.Nemico giurato dei luoghi comuni e delle ipocrisie della società, affrontò fin dal primo romanzo Ragazzi di vita senza tabù il tema dell’omosessualità maschile. Morì assassinato nel novembre del 1975 e il corpo fu rinvenuto all’idroscalo di Ostia. Nonostante la condanna a Giuseppe Pelosi, sono in tanti a credere che sul delitto non sia stata fatta totale chiarezza. In ambito sportivo , da ricordare la vittoria del Napoli contro il Venezia nella stagione 1966/67 .Gli azzurri s’imposero con un sonoro 4-0 grazie alle reti di Bianchi ,di Juliano e alla doppietta di Canè . ll brasiliano ha segnato 70 gol in maglia azzurra ed occupa il decimo posto tra i bomber della storia del Napoli. 70 reti in 253 partite: 56 in 217 in campionato, 4 in 19 in coppa Italia e 10 nelle 17 presenze in Europa.