Nello scoop di Repubblica sugli “eurofurbetti” che hanno in vario modo eluso le regole di Bruxelles spuntano anche nomi di europarlamentari italiani.
Quello più noto, soprattutto per le innumerevoli apparizioni televisive, è quello di Lara Comi, Forza Italia. Secondo Repubblica, la Comi dal 2009 al 2010 avrebbe assunto la madre come assistente locale (le regole europee vietano che si assumano parenti): “Per non incappare in guai più seri – scrive il quotidiano diretto da Calabresi – Comi a fine 2015 ha accettato di restituire l’importo alle casse di Strasburgo”. Si tratta di 126mila euro.
Compaiono anche due europarlamentari del M5S, Daniela Aiuto e Laura Agea.
La Aiuto chiese il rimborso per “studi” che però sono risultati copiati da Wikipedia. Mentre la Agea avrebbe avuto un assistente che però svolge l’attività di imprenditore: come faceva a conciliare le due cose?
Non manca Mauro Borghezio, il leghista ben noto per le sue intemerate razziste e xenofobe, che ha assunto come assistente il consigliere municipale (a Milano) Massimiliano Bastoni. C’è un’indagine su un possibile danno erariale di 35mila euro.
Infine, c’è un’ombra su Antonio Panzeri (fuoriuscito nei giorni scorsi dal Pd per aderire a Mdp), che “dovrebbe restituire 83mila euro per viaggi giudicati non idonei al rimborso e alcuni finanziamenti del Parlamento alla sua associazione, ‘Milano più Europa’”.
Queste le notizie riportate da Repubblica. In alcuni casi si tratta di vicende ancora aperte. Ma nel caso di Lara Comi no: lei stessa sta pagando il suo debito, che verrà estinto entro il 2019.
In un momento in cui non si da altro che parlare di scandali presunti, eccone uno vero. Piccolo, se vogliamo, ma sempre scandalo è.