Ius soli,Voucher,Migranti,sfiducia al ministro Lotti,Manovrina. In un Senato fragile fin dalla nascita non mancano ora provvedimenti e temi sui quali la nuova maggioranza potrà dividersi e mettere a repentaglio il governo Gentiloni. E poi tutti i nodi non sciolti negli anni del suo Governo stanno soffocando Renzi che rischia di vincere le primarie ma di non avere maggioranze nè ora nè dopo nel Parlamento.
I nodi politici e giudiziari:scissione,tesseramenti gonfiati,avvisi di garanzia.
Esaminiamo nel dettaglio. I Democratici progressiti di Bersani e D’Alema dovranno sicuramente differenziarsi sulle politiche sociali ed economiche del Governo,forse anche su Lotti. E non reclamano nè posti nè rimpasti.
I centristi,ex centrodestra,ora moderati,dovranno rimarcare il loro appoggio a Gentiloni rimarcando un minimo di afflato liberale,cattolico e riformista. Lo stesso lungo silenzio di Alfano è da prendere come un segnale non positivissimo. E la stessa famiglia Verdiniana si sta sfoltendo.
E la nuova legge elettorale,compresa la presidenza degli Affari Costituzionali,con quale maggioranza inizierà la sua discussione?
E le primarie del PD. Paradossalmente questa volta Renzi,in base ai sondaggi,stravince alle primarie se votano solo gli elettori dem,rischia con una platea più larga. Rispetto alla volta scorsa oggi la situazione appare molto cambiata, dopo la trasformazione del PD in un partito fortemente personalizzato e la sconfitta al referendum costituzionale.Per quanto, anche qui, il referendum insegna:un’affluenza più alta non è detto che sia una buona notizia per Renzi.E poi c’è l’insidia che a decidere il nome del prossimo segretario del PD sia l’Assemblea nazionale.
Ecco le grandi contraddizioni di questa fase:è vero che le primarie del PD al 30 aprile allontanano il voto anticipato a giugno,ma è altrattanto vero che la scissione nel Pd e le stesse primarie rendono il Senato una trincea permanente.