Ancora tanta politica nell’ultima giornata della kermesse torinese nella quale Renzi ha cominciato il suo cammino congressuale. Nella sessione plenaria del Lingotto, a partire dalle 9,30, parleranno i ministri che ancora non hanno raccontato la loro idea di partito (Minniti, Fedeli, Delrio e Madia). Sarà poi la volta di altri politici che sostengini la mozione congressuale dell’ex premier: da Gianni Pittella a Piero Fassino, passando per Matteo Richetti, Luigi Berlinguer e Luciano Pizzetti. Sarà presente anche Luca Lotti, lontano da Torino nei primi due giorni per ragioni familiari, ma soprattutto ci sarà il premier Gentiloni. Le conclusioni politiche di Renzi arriveranno attorno alle 12.
L’idea del nuovo Pd che da maggio potrebbe nascere con la vittoria del ticket Renzi-Martina sta dunque prendendo forma. Dalla tanta politica delle prime due giornate di lavoro si è ormai capito che da oggi in casa dem si parlerà un linguaggio maggiormente di sinistra e che le tante idee, con le quali si cercherà di continuare a riformare il Paese, si baseranno molto di più sul gioco di squadra. Si metterà così in pratica quel mutamento strutturale (dal “io” al “noi”), ormai palese a tutti.
L’altra novità politica del nuovo “Renzi” è che le idee saranno pescate molto di più dalla base. D’altra parte, il senso della tre giorni torinese – con i dodici tavoli tematici che hanno coinvolto le migliaia di militanti nelle prime due giornate – è anche questo: costruire dal basso la mozione congressuale. Lo spiegherà meglio nel suo intervento Tommaso Nannicini, organizzatore politico del Lingotto, che prima delle conclusioni di Renzi tirerà le fila dei workshop tematici. Parlerà del documento originato dai tanti interventi dei partecipanti ai gruppi tematici, un dossier che verrà poi consegnato a Renzi per la stesura definitiva del programma congressuale. Infine verrà presentato Bob, la piattaforma congressuale annunciata venerdì da Renzi, che servirà per continuare a condividere le proposte dal basso: “Chi vorrà avrà una sua password e suo pin – aveva detto l’ex premier nel suo intervento introduttivo – perché i circoli devono essere più aperti, ma non dobbiamo lasciare il web a chi fa business e soldi con gli ideali degli altri”.