Bagarre in Aula tra M5S e Pd della Campania. In apertura della seduta convocata per l’esame del maxiemendamento alla legge di stabilità, su cui il presidente Vincenzo De Luca ieri aveva posto la fiducia, il presidente del Consiglio regionale della Campania, Rosa D’Amelio, ha dato la parola al consigliere Pd Stefano Graziano, per “comunicazioni personali”, in merito all’archiviazione definitiva dalle accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione elettorale. Il presidente regionale del Pd, dopo aver letto le motivazioni del gip, si è rivolto ai consiglieri pentastellati ricordando loro che “un avviso di garanzia è uno strumento a garanzia dell’indagato e non un avviso di gogna mediatica. Va ribadito con forza – ha ricordato – perché a stravolgerlo, in questi ultimi anni, è stata una forza politica che ha corretto il tiro solo quando gli avvisi hanno colpito i loro amministratori. Del grido onestà onestà non resta che uno sbiadito ricordo, anche i Cinque Stelle hanno incontrato il garantismo, ma questa conversione non cancella le sentenze emesse sui social, nelle interviste e negli interventi in aula”. Queste parole hanno scatenato la reazione dei consiglieri Cinque Stelle, guidati dalla capogruppo Valeria Ciarambino che hanno contestato la decisione del presidente del Consiglio regionale di cedere la parola a Graziano per spostare l’attenzione dalla fiducia posta sul collegato. D’Amelio ha chiesto l’intervento dei commessi per cercare di riportare la calma in aula e ha espresso “solidarietà umana e politica al consigliere Graziano, perché la sofferenza delle persone va rispettata al di là dell’appartenenza politica”. Ma le proteste hanno raggiunto un tale livello alto, che la presidente del parlamentino campano, pensa la pazienza ha invitato i commessi ad accompagnare fuori il gruppo 5 stelle: “È una vergogna. Commessi, cosa fate? Prendeteli in braccio e cacciateli. Avanti, sbatteteli fuori”. Lo stesso governatore Vincenzo De Luca, dai banchi della presidenza, ha invitato duramente i 5 stelle, ad abbassare i toni, visto che loro stessi si erano scagliati contro Graziano e contro la maggioranza, quando il consigliere regionale era sotto inchiesta. Graziano uscito poi dall’Aulda ha voluto chiarire ai giornalisti presenti che “Dieci mesi dopo riprendo la parola in aula. Volevo far entrare la verità nell’aula del consiglio regionale ristabilendo così la mia dignità politica. Non ho potuto concludere perché i 5 Stelle dimostrano ancora una volta di non avere rispetto per la sofferenza di una persona. Non ho potuto ringraziare chi mi è stato vicino, i miei legali, i miei amici, mia moglie e mia figlia. Mi dispiace ma ancora una volta qualcuno ha preferito maramaldeggiare”.
(Agenparl)