Il Papa conquista il cuore di Milano ! Una vera e propria giornata all’insegna della fede quella di oggi che ha visto il “viaggio” di Papa Francesco nel cuore del capoluogo lombardo .Tappe fondamentali come lo stadio San Siro , passando per il percorso di Monza , fino alla visita del carcere di San Vittore . Sono stati centinaia di migliaia i pellegrini in arrivo fin dall’alba nell’area verde di Monza, a due passi dall’autodromo. Forse si è sfiorato il milione visto che in moltissimi si sono aggiunti ai gruppi registrati per partecipare all’Eucaristia. Musica e testimonianze si alternano accanto al grande crocifisso dietro l’altare. “Non abbiate paura della rivoluzione della tenerezza”, si legge nel cartello che ha guidato i ragazzi dell’oratorio della parrocchia di San Pietro a Legnano. E poi una postilla: “E non abbiate paura del terrorismo”. Perché, spiega il direttore dell’oratorio, Mirko Mara, “qualcuno ha rinunciato all’evento dopo l’attentato di Londra per un eccesso inutile di preoccupazione. Ma noi no, ci siamo: siamo in settanta. E, come ribadisce Francesco, la violenza non può avere il sopravvento o paralizzarci. Non è stato facile trovare i pullman che portasse il “popolo di Bergoglio” nel parco della Brianza. “Abbiamo dovuto far arrivare alcuni bus da Torino e da Verona perché in Lombardia c’era il tutto esaurito per oggi”, racconta il responsabile dell’Ufficio pellegrinaggi della diocesi di Bergamo, don Gianluca Salvi. E chiarisce: “Abbiamo assistito a un’autentica corsa collettiva per abbracciare il Papa. Perché Francesco sa parlare di Dio toccando il cuore anche a chi è lontano da un’esperienza di fede”. Fra i primi a entrare nell’area verde, appena aperti i varchi, sono stati i lavoratori della K-Flex, azienda della Brianza specializzata in isolanti acustici e termici. In 187 rischiano il licenziamento e sono in sciopero da due mesi. Sulle loro magliette arancioni hanno scritto una frase del Papa: “Chi toglie il lavoro fa un peccato gravissimo”. Così la visita del Pontefice è diventata un’ancora di speranza per decine di famiglie a un passo dal baratro. Altra tappa fondamentale è stata quella nel carcere di San Vittore . “Mi sento a casa”; sono state queste le prime parole pronunciate da papa Francesco nell’incontrare la delegazione di 150 detenuti di San Vittore nella rotonda. Appena entrato a San Vittore Francesco ha salutato i bambini, figli delle detenute, poi ha visitato i malati del Centro clinico. Poi ha visitato il settore femminile, il corridoio del primo raggio con la delegazione dei giovani adulti e del quinto raggio. Poi è arrivato nello spiazzo centrale (coperto) di San Vittore, dove ha stretto le mani a tutti i volontari, al personale dell’infermeria e alla delegazione di agenti. Infine il pranzo. Infine , la tappa finale : lo stadio San Siro .Papa arriva in un San Siro stracolmo di ragazzi, accolto da un boato e da applausi interminabili. Ottantamila ragazzi tra i 12 e i 15 anni, con catechisti, genitori, sacerdoti, religiose dalle oltre 1.100 parrocchie della diocesi di Milano hanno già riempito lo stadio di San Siro per l’appuntamento con il Papa in arrivo da Monza. L’attesa è scaldata dall’animazione di un migliaio di ragazzi di tutti gli oratori ambrosiani e da artisti come Davide Van De Sfroos e Giacomo Poretti. L’incontro rinnova la lunga tradizione diocesana dei cresimandi che ogni anno incontrano l’arcivescovo allo stadio per una giornata di festa e riflessione. Il Papa ha voluto riservare a loro l’ultima tappa del suo serratissimo viaggio milanese. L’atmosfera allo stadio è di formidabile entusiasmo, la notizia che il loro incontro allo stadio sarebbe stato “premiato” dalla presenza del Papa ha galvanizzato i ragazzi. Una vera festa , un vero trionfo . Una giornata molto densa di grazia, ha detto l’arcivescovo di Milano salutando il Papa alla fine della Messa a San Siro. I gesti che lei ha compiuto ci offrono una strada per l’evangelizzazione, qui nella nostra terra ambrosiana: l’abbraccio ai più poveri, agli immigrati, il paziente saluto a uno a uno a tutti i carcerati, ricordando le vittime dell’attentato di Londra e «i due detenuti che proprio qui nel carcere di Monza nei giorni scorsi si sono tolti la vita». Come espressione di gratitudine per la visita del Papa, il cardinale ricorda la consegna delle chiavi di casa a 50 famiglie che ne sono prive. Si tratta di appartamenti acquisiti dalla diocesi, restaurati e infine consegnate alle famiglie.