All’indomani dell’arresto in Russia di parecchie centinaia di oppositori, forse addirittura un migliaio, che manifestavano contro il governo, l’Unione Europea e gli Stati Uniti condannano l’accaduto. Fra gli arrestati c’è anche il leader dell’opposizione Alexei Navalny, che è stato condannato a 15 giorni di carcere e al pagamento di un’ammenda di 20mila rubli (325 euro). I dimostranti denunciavano la corruzione dilagante, anche nelle istituzioni. Il giro di vite della polizia russa che ha cercato di disperdere le manifestazioni e ha arrestato centinaia di cittadini, compreso il leader dell’opposizione Alexey Navalny, ha impedito l’esercizio delle libertà fondamentali di espressione, associazione e assemblea pacifica, che sono diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione russa. La maggior parte delle proteste non erano state autorizzate (almeno 72 su 99), come quelle nella capitale e a San Pietroburgo, seconda città del Paese. Anzi, il Cremlino aveva fatto sapere venerdì che la protesta nel centro di Mosca sarebbe stata vista come una “provocazione illegale”.