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CONGRESSO PD. ENRICO LETTA APPOGGIA ORLANDO CHE RACCOGLIE LA SFIDA E RILANCIA:”Non sono candidato contro Renzi ma ho un’idea diversa del partito.”

L’appoggio di Enrico Letta “mi onora. E’ una personalità di grande rilievo del centrosinistra italiano, credo che abbia gestito un passaggio molto delicato e spesso poco riconosciuto della vita politica italiana“. Con queste parole Andrea Orlando, candidato alla segreteria del Pd, ospite di Agorà su Rai 3, ringrazia per l’endorsement dell’ex premier. “Mi fa molto piacere – aggiunge – soprattutto la ragione per cui ha detto che sosteneva me, che sono in grado di unire il Partito democratico”.

Soltanto ieri, ospite in un’altra trasmissione, Enrico Letta aveva infatti appoggiato pubblicamente Orlando. E oggi, ancora in tv, rincara la dose non nascondendo la sua amarezza per i fatti del passato: “Oggi è importante partecipare ad un dibattito autentico e dire le cose per come le si pensa”, ha detto, “io sono stato mandato via su proposta di Renzi ma con l’accordo del partito. Ho preso atto che il mio partito mi ha mandato via e mi sono dedicato al mio lavoro“.

Quindi Enrico Letta spiega il suo appoggio per Andrea Orlando: “Ho deciso di dare un’ultima chance al Pd”. L’ultima per un uomo che si è sentito tradito e che guarda al congresso da esterno visto che non è più un iscritto. Alle primarie però ci sarà ed è per quella fase che vuole dare un consiglio ad Orlando: “Parli ai cittadini, questa è la cosa principale. Lo sta facendo, dica le parole e quello che vuole fare ma lo dica sopratutto ai cittadini, pensando al voto del 30 aprile“.

“Quello che sta succedendo adesso nei circoli, nelle sezioni – ribadisce l’ex premier – è una cosa tutta interna, ma non credo che sia quello che scalderà i cuori o che darà la possibilità di un rilancio vero del Pd, perché il Pd ha bisogno di un rilancio”.

Raccoglie la sfida Orlando che si dice onorato: “Non sono candidato contro Renzi ma ho un’idea diversa del partito. Penso che il punto di rottura sia stata la mancata riflessione sui risultati del referendum del 4 dicembre. Avremmo dovuto riflettere su quel risultato perché se non si ragiona su una sconfitta si va incontro ad un’altra sconfitta”. Poi ha aggiunto “una cosa che mi hanno insegnato quando ho iniziato a fare politica è quella di guardare i dati differenziati dei risultati delle elezioni. Nei risultati delle periferie nell’ultimo referendum è stato chiaro il messaggio passato. Se la politica non dà delle risposte è destinata a farsi male”, ha aggiunto Orlando, “il Partito democratico non ha saputo raccontare le motivazioni delle diseguaglianze, il Pd ha avuto una narrazione di successi ma non ha saputo raccontare che c’è della gente che sta male ed è molto inc…, questo fa arrabbiare ancora di più”, “se i partiti hanno un senso è quello di parlare con la società”.

Poi il ministro della Giustizia ha citato Reichlin affermando che “‘non si può solo fare un riformismo dall’alto“, ed è proprio questo uno degli errori maggiori fatto dal Partito Democratico e il governo che lo ha rappresentato”. Come ad esempio sul tema del lavoro: “Non rinnego il jobs act credo che sia stata una scelta giusta, penso che, come tutte le riforme, vadano aggiustate sugli effetti che producono. Sulla questione dei disciplinari e dei collettivi probabilmente va fatto un tagliando”. Sui voucher, aggiunge Orlando “credo che in alcuni contesti siano l’unico strumento per far emergere il nero”.

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