“Quando si fa un divorzio fra due genitori si va dall’avvocato e la prima cosa che si negozia sono i soldi e sono i figli: i figli sono i cittadini, i nostri concittadini, e anche i cittadini del Regno Unito”, ha detto Pittella. Sui “soldi”, l’europarlamentare non ha commentato la cifra circolata finora di un conto da 60 miliardi di euro per Londra, limitandosi a dire: “adesso vedremo quanto sara’. Il conto sara’ fatto e quello che si deve si deve pagare, altrimenti si e’ morosi”. E poi, ha proseguito, i diritti dei cittadini europei che vivono nel Regno Unito e anche quelli dei britannici che vivono in Italia e negli altri Paesi europei, “devono essere garantiti. Fino al divorzio e dopo il divorzio”. Quindi bisogna “garantire che i 600mila italiani che stanno nel Regno Unito possano avere i diritti sociali, la protezione sociale, le pensioni, il ricongiungimento familiare, i diritti all’assistenza sanitaria: per noi non deve cambiare nulla, assolutamente”. Gli europei devono “ottenere una Brexit ‘light, fair'”, ovvero una Brexit che consenta al “Regno Unito di essere Paese terzo ma di poter garantire i diritti dei cittadini, il mantenimento di un rapporto commerciale con l’accesso al mercato europeo e d’altra parte garantire la libera circolazione delle persone, questo e’ un ‘fair Brexit'”. Se invece “la May vuole fare la prova muscolare e diventa il cavallo di Troia di Trump in Europa, faccia pure ma non fara’ gli interessi dei suoi cittadini”. Finora, ha concluso Pittella, la May sta gestendo questo inizio di Brexit in “maniera disastrosa”.