La narrazione positiva di un popolo della sinistra che si risveglia o della “democrazia in azione” – per usare le parole di Renzi – punta a far dimenticare il doppio colpo accusato dal Pd renziano: la sconfitta al referendum costituzionale del 4 dicembre e la fuoriuscita di Bersani&Co. Il ministro Orlando non ne fa un mistero: “Il referendum è stato rimosso”, ha dichiarato sottolineando quindi “la difficoltà di ascolto”, da cui pure è dipesa la scissione, in un partito fatto di “correnti che non comunicano”.Quindi il guardasigilli lancia l’appello in vista delle primarie aperte del 30 aprile: “Mi auguro che quel giorno votino oltre 2 milioni di persone – dice Orlando -, perché sotto questa soglia sarebbe un colpo per tutto il Pd”.
Soddisfazione ha espresso anche il ministro Maurizio Martina, che ha sottolineato come sia “stata una bellissima prova. Stiamo parlando di migliaia di persone che hanno discusso, partecipato e scelto, dando forza all’idea di un partito fatto dall’impegno di tanti, uniti dalla volontà di dare una mano all’Italia. La netta affermazione della nostra proposta con Matteo Renzi ci dà fiducia e forza per i prossimi impegni. È il primo passo che ora va portato alle primarie degli elettori di domenica 30 aprile. Per un Pd più forte e più aperto, alternativo a Berlusconi, Grillo e Salvini, continueremo a proporre il nostro progetto per l’Italia. Avanti, insieme”.
Sorpresa, invece, hanno riservato, per Marco Sarracino,coordinatore per la mozione di Orlando, i risultati per Renzi: “Siamo sorpresi dal risultato di Renzi, il quale, appoggiato dal 90% dell’Assemblea nazionale e della Direzione nazionale e da tutti i segretari regionali, tranne quello della Valle D’Aosta, ottiene percentuali sicuramente inferiori alle sue aspettative, vincendo in quelle città dove il Pd è messo peggio, un dato su cui dovremmo riflettere in tanti. Siamo convinti che da oggi al 30 aprile si apre una nuova partita che vedrà il nostro progetto premiato nel giorno delle Primarie”.