Leggendo i giornali stamattina ho ripensato alla fantomatica ‘rivoluzione arancione’, che i cittadini stanno vivendo a #Napoli, più o meno a loro insaputa. È senza dubbio una #rivoluzione che costa cara ai cittadini, che già fanno i conti con servizi scadenti o insufficienti e, tra qualche giorno, saranno costretti a pagarli a caro prezzo.
Il costo del biglietto per i bus dell’Anm aumenterà fino a 1,30 in tre anni; il parcheggio nelle strisce blu per i residenti crescerà del 1.500%, da 10 euro fino a 150 euro annui; cresce l’addizionale Irpef, che in virtù del predissesto finanziario era già al massimo, ma adesso la pagheranno migliaia di famiglie in più, perché la soglia di esenzione si abbassa da 15 mila a 8 mila euro di reddito annui; aumenta del 10% anche la tassa per l’occupazione del suolo pubblico, così come la tassa di soggiorno, incrementata di 50 centesimi al giorno per gli alberghi e di un euro per i B&B.
Alla luce di questo, mi chiedo quanto i napoletani si possano appassionare a un continuo braccio di ferro tra amministratori, che alla base pare abbia motivi elettorali o la volontà di screditare l’uno o di rubare la scena dell’altro. Di sicuro, in questo clima da guerra civile, è difficile entrare nel merito di temi così seri e provare a elaborare una soluzione. Delegittimarsi a vicenda, usando magari un linguaggio volgare e poco istituzionale, giocare al rimbalzo delle responsabilità, può essere una strategia politica, ammesso che paghi, ma certamente non fa onore al ruolo istituzionale che si ricopre e dà ulteriore fiato a chi soffia sul vento della protesta.
Il tessuto sociale somiglia a una tela sfilacciata che può essere ricucita solo con il #dialogo, la #responsabilità e la #collaborazione istituzionale. Fare questo sarebbe già un grande rivoluzione.
ASSUNTA TARTAGLIONE,segretario campano del PD