La struttura del costo del lavoro è la seguente:
- Retribuzione annua lorda;
- Retribuzione annua aggiuntiva per straordinario e festivi;
- Festività cadenti di domenica;
- Permessi e ridotta attitudine lavorativa maturati e non goduti;
- Ferie ,permessi e benefit aziendali
Sulla somma di tali elementi vanno calcolati i contributi INPS . 8 % per i lavoratori e 28,98 % per l’ azienda.
Sullo stesso totale vanno calcolati i premi Inail e i TFR accantonato
Oneri accessori :
IRAP al 3,9% su RAL +INPS+INAIL+ TFRER
Spese per la sicurezza e la formazione.
Come si vede ,tutti elementi incomprimibili . Dove tagliare?
Gli unici elementi discrezionali sono gli straordinari e l’IRAP . Gli straordinari però sono necessari all’azienda non sono una generosa oblazione ai lavoratori .
Il TFR è una forma di salario differito che consente alle aziende di avere liquidità a disposizione dato che i lavoratori vanno in pensione alla spicciolata .
Chi ha fatto attività contrattuale sa bene che ,in sede di trattativa , si valuta il costo globale del contratto e non solo la parte salariale e che tale costo è esattamente il cosiddetto costo del lavoro , che è solo uno deli elementi di costo della produzione. Inoltre nella prassi normale difficilmente c’è un legame fra produttività e salario aziendale ,salvo accordi di secondo livello. Anche la ripartizione delle quote INPS fra lavoratore ed Azienda ( 8% / 28,98%) è un trucco contabile considerato che le due voci costituiscono comunque un elemento di costo che viene sottratto alla parte salariale A sfavore dei lavoratori c’anche il ritardo nei rinnovi dei contratti Che dovrebbero essere quadriennali e non lo sono mai .Peggio che mai nel pubblico impiego senza contratto da otto anni . Questo è il dato .Cosa vogliamo tagliare? Forse solo l’IRAP ma anche qui la vedo difficile perché serve a pagare il Sevizio Sanitario nazionale
Tagliare i salari è impossibile a meno che non si voglia un bagno di sangue , Con salari medi oscillanti ,al netto, fra 900 e 1200 euro c’è poco da manovrare.
Sic stantibus rebus cosa vogliamo tagliare ? La parte salariale è intoccabile . Ci sono riusciti in qualche settore marginale ed in crisi ,Nel corpo vivo dei lavoratori è impossibile, La strada è l’aumento della produttività in modo che diminuisca il costo della produzione per unità di prodotto. Certo imprenditori che vogliono affrontare la concorrenza agendo solo sulla voce “ salario” lasciano forti dubbi sulle loro capacità manageriali. Germania e Paesi Nordici hanno un costo del lavoro pari a due volte quello italiano . Anche l’industria cantieristica sud coreana ha la stessa situazione salariale. Perché mai quei paesi sono in grado di affrontare la concorrenza internazionale ?
Ecco le domande cui deve rispondere chi vuole abbassare il costo del lavoro. Tutti a ripetere pedissequamente questo mantra e non sapendo di cosa parlano e magari rimproverando il sindacato che si oppone ai tagli ,facendo il suo mestiere.