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PARIOTA:”MISSILI SENZA PROVA.LA PROVA MUSCOLARE DI TRUMP.”

La prova muscolare di Donald Trump – con i 59 Tomahawk lanciati su una base siriana da due portaerei americane nel Mediterraneo – rischia di trasformarsi in un azzardo dagli esiti imprevedibili.

Non credo che la gragnuola di missili intimorisca più di tanto il dittatore siriano Assad (protetto da Putin), il quale rispedisce al mittente l’accusa di aver ordinato bombardamenti con sostanze chimiche contro i ribelli al proprio regime.

Piuttosto, cosa passa per la testa di Mr. Trump? Dichiarare l’isolazionismo e poi trasformarsi nel gendarme del mondo – con l’aggravante di porsi fuori dalle regole del diritto internazionale e senza consultare né Congresso né alleati – rappresenta un giro di valzer incoerente e pericoloso.

Sembra di rivivere un film già visto – con altri attori – nel recente passato in Iraq: in assenza di prove certe e con una commissione di inchiesta internazionale appena insediata, si dà per scontato chi sia il colpevole e lo si bombarda senza chiedere permesso a chicchessia.

Ovvio che il messaggio politico sia indirizzato a Russia, Cina e Corea del Nord; ma qualcosa non torna nella nuova strategia militare della superpotenza a stelle e a strisce. Merkel e Hollande hanno fatto sapere di esserle solidali.

L’Italia prima tentenna, probabilmente stretta tra l’insofferenza verso l’arroganza americana e la necessità di realpolitik, poi si schiera con l’alleato di sempre invocando la ripresa dei negoziati.

Non è un bel momento per il mondo. E neppure per la nostra diplomazia.

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