La green economy entra prepotente nel futuro delle città, mescolando qualità ecologica, sociale ed economica. Il Manifesto della green economy per la città futura, presentato in occasione del Meeting di Primavera, organizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, e in preparazione degli Stati Generali della Green Economy 2017, promuove la cultura e la “mission” della progettazione urbanistica in stile green. Si stima infatti che nelle città vive, infatti, oltre il 50% della popolazione mondiale, si produce l’80% del PIL e il 70% delle emissioni di gas serra e sono anche i luoghi dove si concentrano investimenti. A livello europeo e internazionale sono tante le città che hanno avviato programmi e iniziative in direzione green: Copenhagen, nel 2009, si è imposta l’obiettivo di diventare carbon neutral entro il 2025; Amburgo ha pianificato una rete ciclo-pedonale alla quale sarà riservata la circolazione nel 40% della città entro il 2035; negli Stati Uniti, nell’era Trump, 25 città riunite nel Sierra Club hanno adottato un programma per arrivare a consumare solo energia pulita, puntando a raggiungere l’adesione complessiva di 100 città; il “Programme National de Rénovation Urbaine” della Francia che ha attivato la rigenerazione di 530 quartieri in tutta la Francia, con circa 4 milioni di abitanti, con un fondo economico, in partnership pubblica e privata, di oltre 40 miliardi. In Italia, invece, dopo il Protocollo di Kyoto del 1997 e con l’adesione al movimento del Covenant of Mayors, lanciato dalla Commissione Europea nel 2008 abbiamo avuto un periodo di fermo, Nel 2016 si è discusso alla elaborazione di un manifesto della green economy per l’architettura e l’urbanistica chiamato “La Città Futura”. A tal proposito, ha dichiarato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile Il Manifesto : “ il Manifesto vuole aprire un’interlocuzione con l’architettura e con l’urbanistica, come chiave per il rilancio del protagonismo delle città italiane. Tale interlocuzione, infatti, non solo arricchisce la cultura, la vision, le scelte e l’impostazione della progettazione architettonica e della pianificazione urbanistica, ma può diventare anche un traino formidabile per lo sviluppo di una green economy nelle città”. Al Manifesto della green economy per la città futura hanno già aderito architetti di fama internazionale dai 5 continenti con le rispettive organizzazioni tra cui Richard Meier, Richard Rogers, Thomas Herzog, Ken Yeang, Albert Dubler Presidente dell’International Union of Architects, Georgi Stoilov Presidente dell’International Academy of Architecture, l’intera Fondazione di Architettura Australiana), autorevoli architetti italiani tra cui Paolo Desideri, Luca Zevi, Francesca Sartogo, i sindacati Italiani con Susanna Camusso per la CGIL, Annamaria Furlan per la CISL e Carmelo Barbagallo per la UIL, associazioni nazionali del settore quali l’ANCE, Federcasa e ANIEM. Il fututo delle nostre città ha tutta l’aria di essere green.