Lieve miglioramento per la crescita italiana nel 2017: il Pil di quest’anno viene rivisto al rialzo all’1,1% rispetto all’1% della stima precedente. È uno dei dati rilevanti annunciati oggi dal premier Paolo Gentiloni al termine del Consiglio dei ministri in cui è stato presentato il Documento economico e di finanza, il cosiddetto Def, e un decreto di politica economica che, tra le varie misure, contiene al suo interno la manovra di correzione dei conti pubblici promessa a Bruxelles.
Il miglioramento delle prospettive di crescita per quest’anno è degno di nota perché se da un lato fa ben sperare a una ripresa dell’economia più consistente, dall’altro apre ulteriori spazi di manovra concedendo all’esecutivo maggiori risorse da destinare a investimenti. Il debito invece si stabilizza sui livelli dello scorso anno, mentre il deficit si dovrebbe assestare sul 2,1% per il 2017 grazie alla manovra che non è “depressiva” ma contiene misure per il rilancio dell’economia. “Quello presentato oggi è un Def di crescita”, hanno evidenziato in conferenza stampa sia il premier sia il ministro dell’Economia.
L’altro provvedimento approvato, come ha spiegato lo stesso Gentiloni, si suddivide “sostanzialmente in 4 capitoli: la correzione dei conti dello 0,2% (la manovrina di 3,4 miliardi chiesta dall’Europa, ndr), le misure per gli enti locali, le misure per il terremoto e altre misure per la crescita”. Per i numeri precisi, così come per il dettaglio delle misure, bisognerà però aspettare i prossimi giorni.
Il premier, dopo aver ringraziato il ministro Padoan per aver trovato insieme a Palazzo Chigi le soluzioni migliori – mettendo quindi in risalto la sintonia tra i due – ha sottolineato di essere riusciti a tenere i conti in ordine senza aumentare le tasse, “accompagnando il risanamento con misure di sviluppo e di promozione della crescita”. Definendo la discussione con Padoan “fluida”, Gentiloni è come se avesse voluto alludere ai dubbi e le correzioni che nelle settimane scorse alcuni deputati dem avevano esposto al ministro, tra le quali la richiesta di bloccare le privatizzazioni delle società pubbliche. Su questo tema, però, Padoan ha confermato che nel Def le privatizzazioni ci saranno, con l’obiettivo di ricavare non più lo 0,5% ma lo 0,3% del Pil (circa 5 miliardi anziché 8 l’anno). Risorse da destinare all’abbattimento del debito che “finalmente si è stabilizzato”.
“Continua il lavoro fatto in questi anni – ha inoltre sottolineato Gentiloni – e continua con il binomio riforme-crescita che porta anche a mettere a posto i nostri conti. Contestualmente – ha evidenziato – abbiamo condiviso il piano di investimenti pari a 47,5 miliardi da qui al 2032: è la risposta migliore a chi voleva presentare questa operazione come “depressiva”, quando invece prosegue il percorso di risanamento e rilancio”.
Infine il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha evidenziato come nelle previsioni del governo il Pil crescerà dell’1,0% nel 2018 e altrettanto nel 2019, “con un’impennata poi nel 2020″. “Avremo sorprese positive, questa è la mia convinzione”, ha aggiunto il ministro, definendo le previsioni diffuse oggi “conservative: auspicabilmente verranno riviste verso l’alto”.